La vergogna di quei bambini morti lasciati per giorni sulla spiaggia in Libia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-25

La denuncia di Oscar Camps: e non si sa neanche con precisione se ora i cadaveri dei bambini lasciati per giorni sulla spiaggia di Zuwara in Libia siano stati rimossi

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Nessuno ha preso a cuore la loro sorte quando erano vivi, nessuno ha avuto almeno un po’ di rispetto per i loro corpi quando ormai erano morti. Oscar Camps di Open Arms pubblica le foto dei cadaveri dei bambini abbandonati su una spiaggia in Libia

La vergogna di quei bambini morti lasciati per giorni sulla spiaggia in Libia

“Sono ancora sotto shock per l’orrore della situazione, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e ambizioni di vita. Sono stati abbandonati su una spiaggia a Zuwara in Libia per più di 3 giorni. A nessuno importa di loro”. scrive su Twitter è Oscar Camps, il fondatore della Ong spagnola Open Arms, postando le foto shock di corpi senza vita di bimbi riversi su una spiaggia del Paese nordafricano, vittime probabilmente dell’ennesimo naufragio. “Corpi abbandonati. Vite dimenticate. L’orrore tenuto lontano perché scompaia. Vergogna Europa”, scrive l’ong.

I piccoli sembrano avere più o meno un anno di vita. Uno indossa una tutina, e la sabbia lo ricopre in parte, come se fosse una copertina; uno è senza le scarpine. Insieme a loro un altro corpo, coperto di stracci, forse quello di una donna. Non è neanche chiaro se quei cadaveri siano stati rimossi o si trovino ancora sulla spiaggia dopo la pubblicazione delle immagini che Oscar Camps ha ricevuto da una fonte riservata. Come sono arrivati lì non è certo ma l’ipotesi più probabile è che siano rimasti vittime di un naufragio di un barcone partito la notte tra il 18 e il 19 maggio avvenuto al largo di quelle coste: lo ha denunciato l’Organizzazione internazionale dei migranti. Alla partenza erano una novantina, ne risultano dispersi circa 50. Solamente 33 i superstiti che raccontano che sull’imbarcazione erano presenti donne e bambini. Secondo La Stampa C’è un altro naufragio denunciato da Oim Libia che potrebbe aver portato a riva i corpi: “la portatavoce Safa Msehli scriveva di «almeno 17 migranti annegati al largo delle coste tunisine, secondo le due persone sopravvissute e salvate dalle autorità. L’imbarcazione sarebbe partita da Zuwara due giorni fa”. In ogni caso il conteggio delle vittime è drammatico:

L’Oim ha calcolato che nella sola settimana tra il 16 e il 22 maggio, quasi 1500 persone sono state recuperate in mare dalla Guardia costiera libica e riportate a Tripoli. Ma l’organizzazione umanitaria ha notizia che nello stesso periodo sono stati recuperati diversi corpi in mare, proprio tra Zuwara e Tripoli, Libia occidentale, dunque confinante con la Tunisia: 4 corpi al largo di Tripoli il 16 maggio, uno al largo di Sabratha il 17, due corpi il 21 maggio e un altro il 22 al largo di Zawiya, un corpo il 22 maggio al largo di Zuwara. Altri corpi, nella stessa area, erano stati recuperati la settimana precedente: il 9 maggio (un corpo), il 10 (due), il 12 (uno). Come dire che, comunque, di morti in mare nel mese di maggio, davanti alla Libia occidentale, ce ne sono stati tanti. L’Oim calcola che da inizio anno sono almeno 173 i morti e 459 i dispersi nel Mediterraneo centrale: in tutto 632 vite perdute. Erano state 978 in tutto il 2020

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