L’altra faccia della storia dei bagnini che non vogliono lavorare per il Reddito di Cittadinanza

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-12

Il giornalismo italiano ha scoperto un nuovo interessante filone narrativo: quello sui percettori del RdC. Una volta sono scansafatiche che non hanno voglia di sgobbare per la stagione, un’altra invece sono truffatori che lavorano in nero come bagnini e contemporaneamente “fanno domanda” per il sussidio. Come è possibile che chi prende il Reddito di Cittadinanza sia al tempo stesso uno che non vuole lavorare e uno che lavora in nero?

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Qualche giorno fa sui giornali ha tenuto banco la polemica sollevata da un articolo del Sole 24 Ore che riferiva come a Gabicce Mare (Pesaro e Urbino) gli operatori del settore turistico non riuscissero a trovare manodopera perché nessuno era disposto a lavorare per uno stipendio non meglio precisato. La colpa? Secondo quanto riferiva il sindaco (e pure Matteo Renzi) era del Reddito di Cittadinanza.

La fregnaccia di Gabicce e degli scansafatiche del RdC

La notizia era di quelle del genere “edificante” che spesso si leggono sui giornali. È la solita favola che dipinge l’Italia come un posto pieno di imprenditori pronti disposti ad assumere che si scontrano con giovani o lavoratori che di volta in volta vengono definiti bamboccioni, “choosy” e poco disposti al sacrificio. Anche la storia dei lavoratori che non vogliono andare a Gabicce per colpa del “diseducativo” Reddito di Cittadinanza era ovviamente una fregnaccia.

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Perché il RdC incide – forse – in minima parte sul problema della mancanza di manodopera secondo il presidente dei balneari di Gabicce si tratta di una cifra non quantificabile: “parliamo del 5, 10% del fabbisogno”. E soprattutto se qualcuno preferisce prendere i circa 500 euro di sussidio (spesso molto meno) significa che l’offerta di salario non è competitiva. Inoltre non è certo la prima volta che un giornale pubblica una notizia circa l’allarme sulla mancanza di manodopera, era successo anche quando il RdC ancora non c’era. Segno quindi che non è il RdC il problema.

In Liguria invece “quelli del RdC” lavorano in nero

Dalla Liguria arriva invece una notizia di segno opposto. Un imprenditore di Marinella di Sarzana (La Spezia) titolare di uno stabilimento balneare si è visto comminare una multa da 13mila euro perché aveva pagava in nero un bagnino. A raccontare la vicenda è il Secolo XIX che spiega che il proprietario dello stabilimento dovrà anche regolarizzare il dipendente, pagando stipendio e contributi arretrati.

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Ma la storia non si conclude qui perché durante i controlli è emerso che il bagnino (che aveva iniziato a lavorare a giugno) aveva anche presentato domanda per il Reddito di Cittadinanza. Insomma se i due non fossero stati scoperti il lavoratore avrebbe potuto incassare un doppio stipendio, quello in nero e il sussidio statale per disoccupati. Naturalmente la domanda del RdC è stata annullata. Ma è chiaro che mentre lavorava in nero il bagnino non ha preso il Reddito di Cittadinanza (altrimenti si dovrebbe tornare alla fregnaccia di Gabicce secondo cui chi prende il sussidio non lavora). E non è certo l’unico caso. Secondo l’ufficio studi della CGIA di Mestre il RdC per metà finirebbe a chi ha un lavoro irregolare.

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Cosa dimostra la storia di Marinella di Sarzana riguardo al RdC? Che quelli che prendono il sussidio sono tutti dei truffaldini? No. Così come l’articolo del Sole 24 Ore su Gabicce non dimostrava assolutamente che tutti quelli che prendono il Reddito di Cittadinanza sono degli scansafatiche che vogliono passare l’estate sul divano. Semplicemente casi di lavoratori pagati in nero per fare la stagione ci sono sempre stati. Solo che magari invece che il RdC prendevano il sussidio di disoccupazione o erano in cassa integrazione. In buona sostanza il RdC non ha cambiato nulla sia nel bene che nel male, in una situazione come quella del lavoro stagionale nel comparto turistico. Ora di chi sono le colpe in questa situazione? Di sicuro chi presenta una domanda per il Reddito di Cittadinanza lavorando in nero sbaglia. Ma come ha detto Laura Castelli il RdC serve proprio per mettere «il cittadino nelle condizioni di scegliere: o il sussidio e la formazione per il ricollocamento o il nero». Non bisogna dimenticare però che per ogni lavoratore “a nero” c’è un datore di lavoro che lo assume e lo paga. E qualcuno potrebbe chiedersi in che modo vengono generati i soldi per pagare in nero i dipendenti.

Foto copertina via Flickr.com

Leggi sull’argomento: La Raggi toglie i sampietrini dalle vie del Centro (ma lo aveva già promesso un anno fa)

 

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