L’assunzione dei Navigator è a rischio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-13

Le Regioni bloccano il ministero e protestano per l’assunzione di altri precari. Minacciando un ricorso alla Corte Costituzionale

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L’assunzione dei Navigator per il reddito di cittadinanza è ufficialmente a rischio. Le Regioni minacciano il ricorso alla Corte Costituzionale  contro la prevista assunzione statale delle 6 mila figure che dovrebbero accompagnare i beneficiari del reddito verso un impiego. Ieri Cristina Grieco, coordinatrice degli assessori al lavoro di tutte le Regioni, ascoltata in audizione dalla commissione parlamentare per le questioni regionali, ha definito quelle assunzioni a termine come «una invasione di campo rispetto a una competenza che è incontrovertibilmente delle Regioni».

L’assunzione dei Navigator è a rischio

I Navigator che dovrebbero essere assunti tramite test a risposta multipla e per i quali sono già cominciati a comparire i primi corsi, sono quindi in attesa di un bando che potrebbe tardare di molto: sul piatto c’è la titolarità delle politiche finalizzate alla ricerca del lavoro sia dei Centri per l’impiego  dipendono dalle Regioni, e non dell’Anpal. E l’assunzione a tempo indeterminato e non con un contratto precario come ha stabilito il ministro che ha varato il Decreto Dignità. Sul piatto c’è anche il dimezzamento delle risorse per i centri per l’impiego, che da un miliardo sono arrivate a 480 milioni per il 2019, e l’assunzione dei 4mila operatori regionali nei centri per l’impiego, che dovrà essere fatta per concorsi pubblici e quindi ci vorrà almeno un anno.

C’è infine, segnala Marco Ruffolo su Repubblica, un ultimo aspetto assai poco chiaro, secondo le Regioni, ed è il rapporto che dovrà stabilirsi tra i Centri per l’impiego e i servizi sociali dei Comuni. Ci sono casi di povertà che non dipendono necessariamente dalla mancanza di lavoro: questi dovrebbero essere presi in carico in prima istanza dai servizi sociali, e invece secondo il decreto dovranno far riferimento ai Centri per l’impiego. Un onere aggiuntivo e improprio sulle spalle di operatori che già oggi non riescono a soddisfare le richieste degli utenti.

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Le Regioni contro Di Maio per i navigator precari

Certo è che, senza un’intesa con i governatori, da cui dipendono i centri per l’impiego, sarà difficile far decollare la nuova misura di contrasto alla povertà e di politica attiva (e, di conseguenza, il patto per il lavoro propedeutico all’inserimento occupazionale). I 6.000 Navigator  verranno assunti con un contratto di collaborazione per due anni a circa 30mila euro lordi l’anno.  Il «Navigator» è laureato in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione e deve sostenere un colloquio. Si cercano quindi laureati in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione, che avranno un contratto di collaborazione per due anni. Non saranno stabilizzati né saranno scelti dalle graduatorie dei vincitori di concorsi pubblici.

Per i seimila posti si prevedono tra i 50 e i 60 mila candidati. Dovrebbero essere pronti tra maggio e giugno. E l’indicazione è di «accelerare al massimo» la preparazione del concorso per rispettare i tempi. Anche perché prima di accompagnare chi cerca lavoro, i «navigator» dovranno sostenere un periodo di formazione. E già c’è chi si propone come formatore, tanto che Anpal Servizi ha dovuto avvertire: «Si tratta di corsi erogati in completa autonomia da enti e società di formazione e orientamento indipendentemente da qualsiasi indicazione da parte di Anpal e Anpal Servizi».

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