Politica
Argentina, Mauricio Macri chiude l'era Kirchner
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-11-23
Il liberale ha vinto il ballottaggio alle elezioni presidenziali argentine sconfiggendo il candidato peronista Daniel Scioli col 53% dei voti contro 47%
Il liberale Mauricio Macri ha vinto il ballottaggio alle elezioni presidenziali argentine sconfiggendo il candidato peronista Daniel Scioli col 53% dei voti contro 47% e mettendo così fine ai dodici anni dell’era Kirchner. Va detto che il presidente Cristina Kirchner, alla guida del paese dal 2007 dopo la morte del partito, non poteva candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Macri, nella prima dichiarazione dopo l’esito del voto, ha promesso una netta soluzione di continuità con le politiche economiche e sociali del governo precedente ma, ha precisato, il cambiamento sarà “senza vendette e regolamenti di conti”.
Argentina, Mauricio Macri chiude l’era Kirchner
Dopo 12 anni l’Argentina archivia il peronismo in chiave “kirchnerista” e sceglie il leader dell’opposizione, il ‘liberale’ Mauricio Macri della coalizione Cambiemos, che ha fatto dell’apertura del mercato il leitmotiv della sua campagna per far risorgere la terza economia del Sudamerica, scivolata in una sorta di autarchia distruttiva. La commissione elettorale ha annunciato che con oltre il 50% delle schede scrutinate il trend e’ irreversibile e Macri ha conquistato la Casa Rosada con oltre il 53,8% contro il 46,1% del kirchnerista ed ex favorito, Daniele Scioli. L’ingegnere Mauricio Macri, 56 anni, ex sindaco di Buenos Aires, di origini calabresi, paladino degli imprenditori e dalla classe media della capitale e di tutta la provincia. Nel suo programma ha promesso di non stravolgere le riforme kirchneriane, quindi non ritirerebbe i piani sociali, ne’ riprivatizzerebbe l’industria petrolifera Ypf o Aerolineas Argentinas ma aprira’ agli investimenti privati e, non da ultimo, abbanonera’ la sterile contesa con la Gran Bretagna sulle Falkland. Quella dei Kirchner era stata una “rivoluzione patriottica”, in cui disoccupazione e poverta’ sono diminuite (anche se i dati sui poveri non vengono diffusi dal 2013), e’ stato introdotto l’assegno familiare per i figli, la copertura pensionistica è diventata quasi universale, sono riprese le trattative salariali, i militari colpevoli di violazioni dei diritti umani durante la dittatura (1976-1983) sono stati processati e sono state approvate leggi come il matrimonio gay.