Come funzionerà l'APE Social

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-14

L’Anticipo Pensionistico sarà in vigore dal primo maggio. Con un reddito previdenziale lordo di 1.350 euro il lavoratore potrà andare in pensione prima senza penalizzazioni; in caso di un reddito superiore si pagherebbe la rata dell’anticipo per la parte eccedente i 1.350 euro

article-post

Il pacchetto relativo all’anticipo pensionistico entrerà in vigore dal 1 maggio 2017. È questa la data indicata dal governo ai sindacati per l’operatività dell’Ape nel corso dell’incontro di oggi come riferisce il segretario confederale Uil, Domenico Proietti al termine della riunione. Quanto all’impegno finanziario il governo avrebbe assicurato 1,5-1,6 mld nel 2017.

Come funzionerà l’APE social

È stato fissato a 1350 euro lordi di reddito il tetto per accedere all’APE social, il meccanismo previsto dal governo per poter andare in pensione a 63 anni senza pagare la rata del prestito pensionistico che sarà totalmente a carico dello Stato. La rata di ammortamento per il prestito pensionistico dell’Ape Volontaria invece si aggirerà intorno al 4,5- 4,6% al mese per ogni anno di anticipo. Per quel che riguarda i lavoratori precoci il pacchetto del governo conferma il pensionamento (senza prestito) con 41 anni di contributi per disoccupati e lavori gravosi (gli stessi dell’Ape social) e l’eliminazione della penalizzazione prevista dalle norme in vigore per quanti siano andati in pensione senza aver raggiunto i 41 anni di contribuzione. L’APE Social è la nuova prestazione assistenziale che consentirà di accedere a un prestito ponte in attesa della pensione effettiva (fino a 3 anni e sette mesi prima) a lavoratori con ammortizzatori sociali esauriti o disabili o con disabili in famiglia. Il costo della prestazione è nullo per chi avrà maturato una pensione finale non superiore alla soglia dei 1.350 euro al mese in linea con la Naspi. All’Ape social potranno accedere anche una serie di categorie di lavoratori che svolgono attività “gravose”, come maestre della scuola dell’infanzia, lavoratori edili, macchinisti, infermieri di sala operatoria; dovranno aver maturato 30 anni di contributi in questi mestieri se disoccupati e 35 anni se attivi.

ape-anticipo-pensionistico-esempi
Anticipo Pensionistico: i dati di Progetica (La Repubblica, 30 settembre 2016)

L’APE di mercato e l’APE aziendale

Rimane invece quanto detto per APE di mercato e APE aziendale. All’APE di mercato si accede con 20 anni di contributi minimi e un’età compresa tra i 63 e i 65 anni (nel primo biennio di sperimentazione). L’anticipo massimo è di 3 anni e 7 mesi con prestito bancario assicurato da rimborsare con un rateo ventennale prelevato dalla pensione finale. L’onere complessivp dovrebbe aggirarsi attorno al 4,6-4,7% per ogni anno di anticipo al netto della detrazione in quota fissa del 50% sulla quota per interessi del prestito. L’Ape di mercato potrebbe essere riconosciuta anche in costanza di contratto di lavoro come forma di integrazione al reddito. Nel caso di accordi tra le parti il datore di lavoro può sostenere i costi dell’APE aziendale, ovvero quella dei propri dipendenti con un versamento all’Inps di una contribuzione correlata alla retribuzione percepita prima dell’interruzione del contratto. Gli accordi collettivi possono anche stabilire il ricorso ai fondi bilaterali per il finanziamento dell’Ape aziendale. Come per l’Ape di mercato verrà riconosciuto uno sconto, via detrazione fiscale, in quota fissa del 50% sulla quota interesse del rateo che verrà spalmato sui primi venti anni di pensionamento del lavoratore.

Molto critica la CGIL


“Sull’Ape agevolata invece il Governo ha cambiato le carte in tavola”, dice invece la CGIL. Nel comunicato del sindacato si spiega infatti che l’esecutivo “propone un requisito contributivo di 36 anni sulla platea dei lavori gravosi (e di 30 anni sulle altre tipologie), questione mai emersa in questi mesi di confronto”. “L’Ape agevolata – si specifica – è una prestazione di ‘reddito ponte’ che consente l’anticipo a 63 anni rispetto alla pensione di vecchiaia, che prevede come requisito di accesso 20 anni di contributi. Ciò rischia di vanificare lo sforzo fatto al tavolo nell’individuazione delle categorie da inserire nei lavori gravosi, sulle quali, peraltro, auspichiamo che non si facciano passi indietro”.
“In ogni caso, un giudizio compiuto sarà possibile solo quando potremo prendere visione degli articolati, perché vi sono anche altri elementi non pienamente definiti. Articolati – conclude la nota – che nonostante esplicita richiesta, il Governo non ha inteso rendere ancora disponibili”.

Potrebbe interessarti anche