“Quando parla con la maestra di sua figlia dice ‘Buongiorno signor Maestro?’”, Antonella Viola centra il punto su Giorgia Meloni | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-25

L’immunologa e divulgatrice scientifica ha commentato la scelta della nuova Presidente del Consiglio di farsi chiamare “Il Presidente”

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“Io sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana. Sono IL Presidente”. Dopo aver per mesi rivendicato – in tutte le lingue – il suo essere donna, Giorgia Meloni ha deciso di utilizzare l’etichetta maschile nelle sue comunicazioni ufficiali una volta entrata a Palazzo Chigi. Un controsenso logico e anche grammaticale, visto che anche l’Accademia della Crusca ha spiegato – a più riprese – che la declinazione al femminile del termine e del ruolo “Presidente del Consiglio” non è scorretta. Anzi, è di gran lunga preferibile. Questione di articoli che non è secondaria, come sottolineato da Antonella Viola.

Antonella Viola parla della scelta di Meloni di farsi chiamare “Il Presidente”

L’immunologa e divulgatrice scientifica, ospite di Lilli Gruber a “Otto e Mezzo” (su La7), è stata chiamata a commentare la scelta fatta da Giorgia Meloni, mettendo in evidenza molte incongruenze:

“Se è un problema di disforia di genere, tutto il rispetto. Può essere chiamato come preferisce, quindi tutte le persone che non sono allineate o sono transgender meritano di essere chiamate vome vogliono. Siccome credo che non si tratti di questo e credo che Meloni sia cisgender, allora è un errore grammaticale perché in italiano i nomi femminili hanno davanti l’articolo “la”, non l’articolo “il”. C’è scritto anche nell’Accademia della Crusca che si dice “la Presidente” e non “il Presidente”. La verità qual è? È che, purtroppo, sembra che Giorgia Meloni viva la condizione di essere donna quasi come una diminutio, come se per essere presa sul serio in un mondo di uomini le debba rinunciare al proprio genere. Non credo che quando va a scuola della sua figliola e incontra la maestra e dice “buongiorno signor maestro”. Allora, se una maestra si può chiamare maestra, se una cassiera si può chiamare cassiera, perché una Presidente del Consiglio non si può chiamare la Presidente. Questo è un po’ strano”.

Il controsenso, dunque, è servito. Soprattutto per via di quella battaglia e rivendicazione sul suo essere donna. Poi, però, davanti a una scelta ha deciso di optare per il riferimento maschile del ruolo.

(foto e video: da “Otto e Mezzo“, La7)

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