Anche in Oregon la marijuana è legale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-01

Da oggi consentita la vendita a scopo ricreativo nel terzo stato USA. Per sconfiggere il mercato nero e non finanziare più la criminalità. Cosa è successo in Colorado e chi sarà il prossimo

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L’Oregon è il terzo stato degli USA a dichiarare legale il possesso di marijuana a scopi ricreativi dopo lo storico voto del novembre scorso. Da oggi l’Oregon consente anche la vendita della droga a scopo ricreativo: gli abitanti possono acquistare fino a un quarto di oncia, ovvero circa sette grammi di cannabis per quattro volte prima di raggiungere il limite legale al possesso. Ad oggi lo Stato ancora limita acquisti e vendite mentre si metterà a punto il sistema regolatorio nel quadro del quale le aziende che vogliono vendere marijuana a scopo ricreativo dovranno concorrere. Si comincia a gennaio, ma già da luglio lo Stato aveva permesso agli adulti di possedere fino a un’oncia di marijuana e quattro piante in vaso in casa. Fumare marijuana in pubblico rimarrà illegale.
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Anche in Oregon la marijuana è legale

A partire da Giovedi, Oregon consente dispensari della marijuana medica per vendere la droga a scopo ricreativo. Oregonians possono ora acquistare un quarto d’oncia di germogli di cannabis o giunti pre-laminati in un momento – fino a quattro volte per raggiungere il limite legale per il possesso pubblico, secondo stazione televisiva locale KGW. Lo stato sta limitando ciò che può essere comprato e venduto per ora, come l’inizio delle vendite in dispensari della marijuana medica è inteso come un palliativo finché i politici terminare la configurazione del modello di regolamentazione completa e cominciare ad accettare le domande per le aziende di ricreazione nel mese di gennaio. Vox ci spiega che quindi l’Oregon si accoda al Colorado e a Washington, stati in cui attualmente il consumo della marijuana a scopi ricreativi è legalizzato e regolamentato. L’Alaska dovrebbe consentire la vendita a partire dall’anno prossimo. In Oregon l’argomento principale a favore della legalizzazione del mercato è stato che il divieto ha creato un mercato nero con il risultato di finanziare le organizzazioni criminali, mentre la lotta alla droga non ha ottenuto risultati: il numero di adolescenti che la usano non è calato in modo significativo. La polizia di Portland ha messo a punto una serie di infografiche per spiegare come funziona ora la questione del possesso e del consumo di marijuana. Il limite di otto once è superiore a quello dell’Alaska e del Colorado (dove si può possedere al massimo fino a un’oncia) e a quello di Washington DC (due once). Le misure di legalizzazione hanno naturalmente attirato l’opposizione dei gruppi anti-marijuana: una trentina di città del paese hanno emanato divieti, mentre altre hanno limitato la possibilità di commercio nel perimetro cittadino. Anche a Portland molto probabilmente si arriverà a un limite massimo di negozi in ogni quartiere e ad accorciamenti dell’orario di vendita del prodotto. E c’è chi dice che sarà più economico acquistare marijuana nel vicino stato di Washington, e si genererà così il rischio di un “turismo della marijuana”.
 
 

Marijuana legale in Colorado: cos’è successo

Il prossimo novembre saranno gli elettori dell’Ohio a decidere se legalizzare l’uso della marijuana nello Stato. Qualche tempo fa abbiamo fatto un bilancio della legalizzazione della marijuana in Colorado.

Sei mesi dopo la legalizzazione della Marijuana è tempo di bilanci
Sei mesi dopo la legalizzazione della marijuana è tempo di bilanci

Quello che invece sembra essere successo, stando a quanto riportato dall’associazione Students for Liberty che è l’artefice della campagna End the Drug War è che il successo del referendum in Colorado ha portato diversi vantaggi per la comunità. Analizzando i dati della sola città di Denver (la capitale e la città più popolosa dello Stato) si è potuto osservare che i comportamenti violenti – omicidi, furti e danneggiamenti alla proprietà privata – sono fortemente diminuiti. Si va dal 5,6% in meno per quanto riguarda i reati contro la persona, al 10,6% in meno di furti ed effrazioni fino ad un impressionante calo del 60% degli omicidi. È quindi vero quanto sostenuto dai pro-legalizzazione quando dicono che uno dei vantaggi è la diminuzione degli arresti su base razziale. Nel complesso questa diminuzione dell’attività criminale, se si confermerà la tendenza dei primi sei mesi dell’anno, si può tradurre a fine anno in un risparmio che va dai 12 ai 40 milioni di dollari per quanto riguarda le spese di prevenzione e contrasto alla criminalità. La liberalizzazione del commercio della marijuana ha già creato, compreso l’indotto, 10.000 nuovi posti di lavoro. Inoltre lo Stato del Colorado ha stabilito che i primi 40 milioni di dollari generati dalla tassazione sulla vendita dovranno andare a finanziare la costruzione di nuovi istituti scolastici. È previsto inoltre di usare parte degli introiti per regolamentare il mercato e promuovere campagne d’informazione sulla marijuana. Questi processi di legalizzazione possono porre fine alla War on Drugs, la guerra alle droghe iniziata dal Presidente Richard Nixon nel 1970 e che è costata negli ultimi 40 anni la cifra impressionante di un triliardo di dollari e migliaia di vite umane senza ottenere alcun successo realmente tangibile? Se non altro quanto sta accadendo in Colorado (ma anche in  il momento propizio per gli Stati Uniti per iniziare una riflessione su come riformare la lotta alla droga che attualmente costa 51 miliardi di dollari l’anno senza contare la perdita degli introiti di un’eventuale tassazione che alcuni ricercatori dell’ultra liberista Cato Institute stimano poter arrivare fino a 46 miliardi di dollari. Destinare una parte maggiore del budget dedicato alla guerra alla droga alle attività di prevenzione, di educazione e di riabilitazione per coloro che hanno sviluppato una dipendenza probabilmente potrebbe avere un impatto maggiore e duraturo. Alcune schede di Vox mostrano chiaramente come la guerra alla droga sia sostanzialmente un fallimento totale su tutti i fronti.

 

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