Anche Don Ciotti contro Durigon. “Uno schiaffo alle vittime di mafia”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-23

Il fondatore di Libera e del Gruppo Abele chiede a Mario Draghi di cacciare il sottosegretario leghista dopo le dichiarazioni sul parco Mussolini a Latina

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Mentre in Parlamento si parla sempre più insistentemente della mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario leghista all’Economia, da Palazzo Chigi non filtrano indicazioni in questa direzione. E mentre Matteo Salvini prosegue nella sua difesa a spada tratta del suo esponente (e uomo di fiducia nel Lazio), anche Don Ciotti si scaglia contro Claudio Durigon per l’assurda richiesta di intitolare un parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, cancellando i nomi dei giudici anti-mafia Falcone e Borsellino.

Don Ciotti contro Durigon, l’appello a Draghi affinché lo cacci

Il fondatore di Libera e del Gruppo Abele non si capacita di come Durigon sia ancora al suo posto dopo quel comizio in piazza a Latina e chiede al Presidente del Consiglio Mario Draghi di cacciarlo via. Come detto, per il momento – almeno pubblicamente – dalle stanze di Palazzo Chigi non si è mossa una foglia, mentre prosegue il pressing di PD e Movimento 5 Stelle per la mozione di sfiducia alle Camere.

E Don Ciotti, intervistato da Il Fatto Quotidiano, definisce le parole del sottosegretario leghista uno “schiaffo alle vittime di mafia”. E non solo:

“Se avesse un po’ di dignità dovrebbe fare un passo indietro […] Ma com’è possibile che una persona del genere stia ancora al suo posto e che, dopo così tanti giorni, non sia ancora stata presa una decisione? Draghi deve allontanare Durigon anche per tutelare il suo governo da persone del genere”.

Nel discorso di Don Ciotti contro Durigon entra in ballo il rispetto della Costituzione e l’etica della politica, due concetti che sono strettamente collegati l’uno all’altro. Ma c’è anche molto di più, perché il caso del parco di Latina è l’esatto emblema di quel che i rappresentanti dei cittadini nelle stanze del potere non dovrebbero fare.

“La sua proposta è doppiamente grave perché da un lato si vorrebbe riportare a galla la memoria del fratello del fondatore di una dittatura che ha portato all’Italia morti, guerre e tragedie; dall’altro si vorrebbe accantonare la memoria di due martiri della libertà repubblicana e democratica, morti per combattere il potere mafioso e quei poteri oscuri che ancora oggi lo sostengono. È inaccettabile”.

Evidenze evidenti a tutti. Ma perché lo ha fatto? Secondo Don Ciotti, il leghista segue quel modo di fare alla Dorian Gray: “Bene o male non importa, l’importante è che se ne parli”. E, in questo caso vince il “male”.

(Foto IPP/Felice De Martino)

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