Opinioni
Fake news: cosa succede quando internet decide che sei un pedofilo
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-11-29
“Una fake news mi ha rovinato la vita: ho venduto la mia attività, mi sono lasciato con mia moglie e sono senza lavoro”. Immaginate cosa succederebbe se una mattina vi svegliaste e trovaste una notizia inventata, definite oggi “Fake News”,che vi accusa di pedofilia. È accaduto ad Alfredo Mascheroni, che ai microfoni di Radio Cusano […]
“Una fake news mi ha rovinato la vita: ho venduto la mia attività, mi sono lasciato con mia moglie e sono senza lavoro”. Immaginate cosa succederebbe se una mattina vi svegliaste e trovaste una notizia inventata, definite oggi “Fake News”,che vi accusa di pedofilia. È accaduto ad Alfredo Mascheroni, che ai microfoni di Radio Cusano Campus, alla trasmissione “Legge o Giustizia” condotta da Matteo Torrioli ed Edoardo Caianiello, ha raccontato l’inferno in cui è piombato a maggio di quest’anno. “Una mattina esce una fake news su di me che dice che sarei un pedofilo. Da lì è successo di tuttoi: scritte sul mio bar, la gente non veniva più, i genitori non mandavano più i figli nella mia attività ed io sono stato costretto a venderla. Pensate che in tutto questo mi sono anche separato con mia moglie”. Dopo la denuncia alla polizia postale, cosa è successo? “Facebook non risponde alle leggi dell’Italia e non è tenuto a rispondere alle richieste. Bisognerebbe agire per rogatorie internazionali”Ci sono state manifestazioni di vicinanza o solidarietà? “Non ho avuto nessun aiuto concreto in questa situazione. Ho avuto manifestazioni di vicinanza da parte anche di politici, come ad esempio Laura Boldrini, ma è stato solo un sostegno verbale. E’ facile per i politici, ma quando capita a chi non conta, non succede niente”.
Quando Alfredo Mascheroni ha presentato denuncia alla polizia postale, gli è stato spiegato che risalire al responsabile sembra complesso, perché il suo nome è rimbalzato tra oltre 20mila utenti tra social e chat. Messaggi gli sono arrivati da America Latina, Spagna, Germania e Regno Unito. “Mi sono affidato ai legali. Gli articoli apparsi sui media e su diversi blog anti-bufale mi stanno dando una mano per riabilitare la mia immagine”.