Alexander Subbotin morto per il veleno di rospo: l’ennesima morte sospetta di un ex manager russo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-10

L’ex manager di Lukoil è l’ottava “morte sospetta” nelle ultime settimane. Tutti i decessi hanno colpito personaggi o personalità che lavoravano nel settore energetico russo

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Una seduta da uno sciamano, per tentare di curare la dipendenza da alcol. Lì, in quella sede – in uno stabile nella cittadina di Mytishchi, alle porte di Mosca – è morto l’ex manager russo Alexander Subbotin. Avvelenato da quel “veleno di rospo” che, secondo la versione che arriva direttamente dai quotidiani locali, sarebbe stato iniettato dagli sciamani come “terapia” per “guarirlo” da questa sua dipendenza da sostanze alcoliche. Si tratta dell’ennesima morte in circostanze sospette di uomini che hanno lavorato o lavoravano per aziende del settore energetico in Russia.

Alexander Subbotin, l’ex manager russo morto per il veleno di rospo

La storia della morte di Alexander Subbotin è stata data dal quotidiano “Moscow Times“. L’uomo era uno dei manager dell’azienda petrolifera Lukoil e si sarebbe recato in caso di questo sciamano – che conosceva – in compagnia della moglie. Il giornale di Mosca racconta così quel che sarebbe accaduto durante quella “seduta”.

Subbotin potrebbe essere morto dopo una sessione contro i postumi di una sbornia con lo sciamano Magua e sua moglie. La coppia è stata ricevuta in un appartamento privato e a loro sarebbero stati offerte cure con rospi velenosi [..] Durante la procedura, gli sciamani incidono la pelle e infondono veleno di rospo nella ferita. Dopo il vomito, il paziente dovrebbe sentirsi meglio.

Questi i contorni di questa ennesima assurda vicenda (e ricostruzione) arrivata dalla Russia. Alexander Subbotin, dopo quel “trattamento” ha iniziato a sentirsi male, con fitte e dolori al cuore. Ma né lo sciamano né la moglie hanno chiamato i soccorsi. Avrebbero tentato di sedare quei dolori con il Corvalol (un barbiturico), prima di lasciarlo a riposare in un letto nel seminterrato di quell’appartamento di Mytishchi. Seminterrato in cui è stato trovato morto.

Una storia paradossale finita in tragedia. Ed è l’ottava, nel giro di poche settimane, morte sospetta in Russia. Perché già nei giorni scorsi si sono segnalati misteriosi suicidi, cadute fatali da una scogliera (come quella di Andrei Krukowski) e incidenti che hanno portato alla morte di personaggi, personalità e manager che avevano a che fare o hanno fatto affari con le principali aziende energetiche russe legate al Cremlino. E oggi, a tutto questo, si aggiunge quella per “veleno di rospo”.

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