Alessandro Di Battista spiega il passo di lato di Beppe Grillo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-01-25

Il componente del direttorio sul Fatto spiega in un’intervista a firma di Luca De Carolis cosa significano le parole del fondatore

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Ieri Beppe Grillo in un’intervista al Corriere ha detto che vuole fare un passo di lato nel MoVimento 5 Stelle; oggi Alessandro Di Battista sul Fatto spiega in un’intervista a firma di Luca De Carolis cosa significano le parole del fondatore:

Di Battista, partiamo da Arezzo. Per il Pd eravate “quatto gatti”.
Si dovrebbero vergognare: i cittadini presenti si aspettavano che il Pd ci mettesse la faccia, che desse soluzioni. E invece i democratici stanno lì a discutere se eravamomille, duemila o tremila.
In piazza c’eravate lei, Luigi Di Maio e altri parlamentari. Ma non c’era Beppe Grillo, a cui pure avevate chiesto di partecipare. E che oggi pare aver detto addio al M5S…
Poco fa Beppe mi ha telefonato facendoci i complimenti per la manifestazione, che ha seguito in streaming. Lui è fiero del Movimento, e non fa un passo indietro, lo fa di fianco. Vuole riprendersi la sua libertà, che si merita tutta. Ma non ci abbandonerà mai.
Però da tempo è sempre più lontano. Lo sentite ancora?
Io lo sento regolarmente, e parliamo di tutto. Dei problemi del Paese, del nostro reddito di cittadinanza, e della sua carriera.
Secondo Grillo “la politica è una malattia mentale”.
Ha totalmente ragione. Dovrebbe essere un modo di risolvere i problemi della gente, ma la partitocrazia risponde ad altri interessi.
Un altro passaggio: “Ci sarà sempre più una diffusione dei poteri all’interno del Mov i m e n to”. Significa che il Direttorio verrà allargato?
Il tema non è quello. Ormai il Movimento ha centinaia di eletti, e c’è sempre più bisogno di organizzazione. In quest’ottica, sempre più persone avranno responsabilità. Ma questo non è sinonimo di potere decisionale, piuttosto di possibilità organizzative.
Tra d o t to?
Più crescono i Comuni guidati dal M5s, più ci sarà bisogno di una squadra che li segua. Ma ciò vale per tutti gli ambiti elettivi e territoriali.
Quante scorie lascerà il caso Quarto?
Lei ha ammesso lentezze nel decidere sull’espulsione del sindaco Cap u ozzo. Abbiamo impiegato cinque sei giorni a decidere, quelli per leggere le carte. E abbiamo preso una scelta che ci inorgoglisce. Certo, noi del M5s ci avremmo dovuto mettere 48 ore, perché non siamo come i partiti. Ma questi attacchi ci rafforzano.

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