8,8 miliardi per salvare il Monte dei Paschi di Siena

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-27

6,3 miliardi saranno a carico dello Stato, il resto arriverà da obbligazionisti. Il Tesoro dovrà alla fine spesare il rimborso di quasi tutte le subordinate in mano ai piccoli risparmiatori

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L’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena richiesto dalla Banca Centrale Europea potrebbe aggirarsi intorno agli 8,8 miliardi di euro a carico dello Stato e degli obbligazionisti. Secondo quanto ha scritto ieri il sito del Sole 24 Ore, la cifra è contenuta in una lettera inviata nel pomeriggio dalla Vigilanza di Francoforte, dopo l’avvio la settimana scorsa del processo per la ricapitalizzazione precauzionale. Il Sole 24 Ore parla di “un’evidente differenza rispetto al fabbisogno di 5 miliardi ancora avallato dalla Bce il 23 novembre, alla vigilia dell’assemblea straordinaria di Mps, che aveva approvato l’aumento. L’ammontare sarebbe stato rivisto in base ai risultati degli stress test di luglio, valutati però alla luce del trattamento riservato a suo tempo dalle banche greche: degli 8,8 miliardi circa 4,5 sarebbero direttamente a carico dello Stato, gli altri 4,3 degli obbligazionisti (con circa 2 miliardi rimborsabili però sempre dallo Stato ai bondholder retail)”.

8,8 miliardi per salvare il Monte dei Paschi di Siena

La BCE ha usato criteri di valutazione del fabbisogno delle banche che ottengono soldi pubblici nel quadro della direttiva sulla condivisione dei rischi (burden sharing) molto penalizzanti: per il Monte Paschi la base è sempre quella dei test sulla tenuta patrimoniale di luglio, ma il metro è quello usato in passato per le banche greche. Per questo, spiega oggi Mario Sensini sul Corriere della Sera, il prezzo dell’aumento di capitale non era più giusto:

Il governo, dopo aver stanziato 20 miliardi per l’intero sistema, dovrà investirne a Siena circa 6,5, lo sforzo massimo che aveva ipotizzato, per portare il capitale Mps agli 8,8 miliardi richiesti dalla Bce. La conversione in azioni delle obbligazioni subordinate degli investitori istituzionali (2,3 miliardi), frutterà solo 1,7 miliardi, e il Tesoro dovrà alla fine spesare il rimborso di quasi tutte le subordinate in mano ai piccoli risparmiatori (2 miliardi, ma non tutti sono stati raggirati nell’acquisto).

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MPS, l’aumento di capitale, obiettivi e azionisti (La Repubblica, 27 dicembre 2016)

Non c’è solo il problema MPS: Unicredit ad esempio che ha già annunciato l’aumento da 13 miliardi. E poi si cerca ancora una soluzione per le 4 good bank, Banca Marche, Popolare Etruria, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Chieti e le ‘venete’ (Veneto Banca e Popolare Vicentina) che ‘discutono’ con Carige. Ma non è finita. Dal decreto ‘salva-risparmio’ firmato venerdì scorso dal Capo dello Stato sono rimasti fuori infatti una serie di temi non di minor rilievo: la scadenza per la trasformazione delle popolari in Spa rimane fissata a domani, 27 dicembre. E non è entrata nel decreto la proroga cui il governo stava pensando per attendere la pronuncia della Consulta dopo la sospensione del Consiglio di Stato. Non arriva con il decreto nemmeno l’attesa possibilità per le Bcc di utilizzare le imposte differite attive (Dta) mentre arrivano le regole per l’ammortamento in 5 anni dei contributi che gli istituti dovranno dare ‘a saldo’ al Fondo di risoluzione per l’intervento sulle 4 banche. Ma i temi rimasti in sospeso potrebbero trovare ancora spazio nel ‘tradizionale’ decreto Milleproroghe di fine anno.

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