Zone rosse per la variante Delta?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-26

Mentre arriva il via libera alla riapertura all’aperto delle discoteche, sebbene con alcune condizioni, la diffusione della variante Delta preoccupa e torna l’ipotesi delle zone rosse per contrastarla, se fosse necessario

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Mentre arriva il via libera alla riapertura all’aperto delle discoteche, sebbene con alcune condizioni, la diffusione della variante Delta preoccupa e torna l’ipotesi delle zone rosse per contrastarla, se fosse necessario.

Zone rosse per la variante Delta?

Ieri c’è stato il via libera del Cts alla riapertura delle discoteche e dei locahttps://www.nextquotidiano.it/tag/zona-rossa/li da ballo a patto che siano all’aperto, che si abbia il Green Pass e che non si superi il 50% della capienza del locale. “Il Cts si è riunito oggi per fornire indicazioni rispetto allo sviluppo e adozione di protocolli – si legge in una nota – che una volta definiti possano consentire una data di riapertura delle attività del comparto discoteche e locali di pubblico spettacolo nella stagione estiva”. “In via preliminare – prosegue la nota – il Cts ha sottolineato come: il quadro epidemiologico attuale sia caratterizzato da una circolazione contenuta del virus SARS-CoV-2 nel territorio nazionale ma allo stesso tempo stia emergendo progressivamente la variante delta che secondo ECDC è destinata diventare dominante nei paesi europei nei mesi estivi; quest’ultima è caratterizzata da una capacità di trasmissione significativamente più alta rispetto alla variante Alfa e richiede, per ottenere un’efficace protezione, il completamento dell’intero ciclo vaccinale; le attività di questo settore siano note come tra quelle a maggior rischio di trasmissione e come anche nel passato recente sia stato confermata questa tipologia di rischio; gli utenti di queste tipologie di attività in larga parte appartengono alle fasce di età più giovani che allo stato attuale sono tra quelle con le coperture vaccinali più basse in particolare se ci si riferisce al ciclo vaccinale completo e rappresentano anche i soggetti intrinsecamente più suscettibili a diffondere la variante Delta caratterizzata da maggior capacità infettante rispetto alle varianti attualmente in circolazione”. “In questo contesto, pertanto – prosegue il Comitato Tecnico Scientifico – l’apertura delle discoteche, può essere considerata laddove i protocolli prevedano che: le attività siano limitate ai contesti che possano garantire lo svolgimento esclusivamente all’aperto; l’ingresso sia essere limitato ai possessori di un certificato verde valido che non può essere sostituita da autocertificazione; l’affollamento non possa superare il 50% della capienza massima ivi incluso il personale di servizio e dipendente; Chiunque abbia una temperatura superiore a 37,5 o sintomatologia compatibile con Covid-19 eviti di accedere; sia garantita la tracciabilità degli utenti presenti; l’utenza sia resa consapevole che tali attività tra quelle a maggior rischio di assembramento e trasmissione del virus SARS-CoV-2 che è pertanto necessario adottare comportamenti responsabili e tali da ridurre il rischio di trasmissione; le eventuali attività di ristorazione e bar siano soggette alle regole già vigenti”. Il Cts raccomanda infine “che le Autorità Sanitarie Locali e le altre istituzioni coinvolte nella sicurezza siano coinvolte nella validazione e rispetto dei protocolli di prevenzione ed igienico sanitari a garanzia del massimo rispetto delle misure di sicurezza”.

Per quanto riguarda la diffusione della variante Delta e della possibilità che vengano istituite zone rosse Franco Locatelli, Coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità a Sky TG24 Live In Firenze ha spiegato che “È importante lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sugli approcci di genotipizzazione e sequenziamento perché solo in questo modo riusciremo a intercettare in maniera precisa eventuali segnali di diffusione importante della variante indiana”, la Delta, di Sars-CoV-2. “Siamo in linea con la media europea” sul sequenziamento, “ci sono Paesi come il Regno Unito che hanno un’attività più spinta ma è importante che” a questa attività in Italia “conseguano eventuali decisioni. In funzione delle evidenze che avremo eventualmente si possono prendere decisioni per cercare di contenere il tutto. Perché se non avviene sequenziare diventa un bellissimo esercizio accademico, ma di poco impatto sulla salute pubblica. Dobbiamo tracciare e fare riflessioni dove dovessero crearsi dei cluster”. Chiudere dove c’è particolare diffusione della variante Delta, o di altre? “Sì è la flessibilità del sistema – ha risposto Locatelli – lo stesso che abbiamo adottato per esempio per le zone dell’Umbria quando c’è stata la variante brasiliana” e si è intervenuti con la zona rossa. “In questo momento il Paese è bianco ma guai ad abbassare la guardia – ha concluso – siamo in una situazione più favorevole e possiamo oggi valutare numeri diversi rispetto al passato. Ma il problema non è superato”.

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