Virginia Raggi, le chat e l'incredibile storia dello stipendio di Marra

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-24

«Raffaele, questa cosa dello stipendio aumentato mi mette in difficoltà,me lo dovevi dire», ha infatti scritto la Raggi rivolgendosi a Marra senior dopo che la vicenda è finita sui giornali. E la storia, se confermata, sarebbe clamorosa

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Virginia Raggi si è assunta davanti all’ANAC la responsabilità della nomina di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele (“uno dei 23mila dipendenti del Campidoglio”, ma uno dei pochi con cui parlava in chat su Whatsapp) al Dipartimento del Turismo. Ma dalle chat su Telegram e Whatsapp che la Procura sta acquisendo nell’inchiesta per abuso d’ufficio si scopre che nemmeno sapeva che lo stipendio di Renato Marra sarebbe cresciuto, visto che si è lamentata della circostanza con Raffaele.

Virginia Raggi, le chat e l’incredibile storia dello stipendio di Marra

«Raffaele, questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà,me lo dovevi dire», ha infatti scritto la Raggi rivolgendosi a Marra senior dopo che la vicenda è finita sui giornali. E la storia, se confermata, sarebbe clamorosa: perché Renato Marra – e questo la Raggi non poteva non saperlo – partendo dalla fascia 1, aveva inoltrato domanda per diventare Comandante dei Vigili (fascia 5) per accettare alla fine un ruolo di fascia 3, come scrive oggi Valeria Pacelli sul Fatto. Ma un avanzamento di fascia porta con sé automaticamente un aumento di stipendio. Quindi come faceva la Raggi a cadere dalle nuvole? Racconta oggi Il Messaggero:

La sindaca ha voluto comunque assumersi la responsabilità di quella nomina e ha dichiarato di essersi occupata personalmente della faccenda, vagliando i curricula dei candidati, e che Marra non era mai stato interpellato in merito alla questione. Dalla chat, invece, sembra emergere un’altra verità. Perché, prima Raggi chiede all’ex finanziere informazioni su come poter inquadrare il fratello. Poi, a nomina avvenuta, reagisce con stupore non appena legge sui giornali che Renato ha avuto un aumento di stipendio di circa 20mila euro. E così ne chiede conto al suo ex braccio destro.
Resta in piedi, quindi, nell’indagine della procura il palese conflitto di interessi e gli atti in contrasto tra loro. E questo non fa che accreditare l’ipotesi dell’arrivo di un avviso di garanzia per abuso d’ufficio nei confronti del primo cittadino. La sensazione che Raggi possa finire sul registro degli indagati è diventata sempre più concreta sin da prima di Natale, quando dall’Autorità anticorruzione è arrivato il parere sulla promozione di Renato Marra,avvenuta mentre il fratello rivestiva l’incarico di direttore del dipartimento Organizzazione e Risorse umane di Roma Capitale. Le conclusioni non lasciano dubbi: «È configurabile il conflitto di interessi e Raggi lo sapeva. Tale situazione – spiega l’Authority sussiste sia nel caso in cui il dirigente abbia svolto un mero ruolo formale nella procedura, che nell’eventualità di una sua partecipazione diretta all’attività istruttoria».

“Mera e pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte”, aveva invece scritto la Raggi in un documento depositato all’Autorità anticorruzione, in merito al ruolo giocato da Marra sull’assunzione del fratello. Ed era talmente tanto una mera esecuzioni delle sue determinazioni che lei nemmeno sapeva dello stipendio di Marra. Anche per un cieco sarebbe evidente che una delle due affermazioni è falsa e che l’altra è anche poco credibile.

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Le telefonate tra Marra e Romeo e l’assegno per la casa Enasarco

La fantasia al potere

Ma c’è di più. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo avevano comunque già fotografato l’influenza di Marra sulla sindaca, come racconta Giuseppe Scarpa su Repubblica. In questo caso il tramite era Salvatore Romeo, il dipendente del comune che era diventato caposegreteria della sindaca con stipendio triplicato perché “ci siamo sbagliati, era agosto, faceva caldo” (un po’ come il droghiere che si sbaglia a darti il resto, ma guarda caso si sbaglia sempre a favore suo):

In altri sms era emerso che il capo della segreteria politica della Raggi, Salvatore Romeo, si rivolgeva a Marra chiamandolo “capo”, e che lui si era fatto da tramite, durante la campagna elettorale per far arrivare alla candidata pentastellata una serie di consigli. Sulle strategie per vincere le elezioni e anche, durante il ballottaggio, su come rispondere a Roberto Giachetti, suo avversario nella corsa a sindaco. Insomma, secondo il l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin, Marra era uomo di fiducia, che godeva anche di una certa autonomia, della prima cittadina.
Tanto che, nel suo cellulare sequestrato il 16 dicembre scorso, giorno dell’arresto per corruzione dell’ex capo del personale, Raggi è memorizzata in rubrica con il nome “mio sindaco”. Come a rivendicare il merito di averla forgiata. Un contributo, il suo, che Virginia Raggi apprezza parecchio: è lo stesso Romeo a dire a Marra, dopo la vittoria, che la sindaca gli ha riferito che «tutti gli assessori se lo litigano per averlo come capo di gabinetto». Gli scambi via whatsapp tra Marra e Romeo erano piuttosto frequenti. Nella chat tra i due, i carabinieri avevano trovato anche uno schema con una nuova ripartizione dei dipartimenti comunali, che l’ex capo del personale chiama “macrostruttura”.

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Salvatore Romeo (foto da: Facebook)

E le chat potrebbero tornare utili anche nell’inchiesta su Marra e Scarpellini che ha portato in carcere l’ex vicecapo di gabinetto della sindaca: se Marra poteva nominare il fratello aumentandogli lo stipendio all’insaputa (cit.) della Raggi, questo significa che il dirigente aveva un grande potere in Campidoglio. Proprio quel grande potere che poteva spingere Scarpellini a tenerselo buono in vista di qualche importante affare.

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