La presunta violenza sessuale di gruppo a Foggia con tre arrestati (tra i quali un aspirante carabiniere)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-17

Tre ventenni sono stati arrestati dai carabinieri di San Giovanni Rotondo (Foggia) con l’accusa di violenza sessuale di gruppo: uno di loro studia per diventare carabiniere

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Prima la violenza sessuale di gruppo, poi le percosse: per queste accuse è scattata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di tre ragazzi, tra i 20 e i 21 anni, emessa dal Gip del tribunale di Foggia ed eseguita dai carabinieri di San Giovanni Rotondo. I fatti risalirebbero alla sera del 27 gennaio: secondo quanto emerso dalle indagini i tre – due di San Giovanni Rotondo e uno di San Marco in Lamis – stavano trascorrendo la serata in un locale a San Pio e lì avrebbero conosciuto due donne straniere. Una delle due, dopo qualche drink, è uscita dal locale e lì è stata raggiunta dai tre ragazzi, che hanno provato a convincerla a salire a bordo della loro auto.

La presunta violenza sessuale di gruppo a Foggia con tre arrestati (tra i quali un aspirante carabiniere)

Di fronte al suo rifiuto i primi palpeggiamenti: poi l’hanno caricata con forza all’interno del veicolo, come documentato anche dalle telecamere di videosorveglianza. Hanno guidato fino a un posto isolato e poco illuminato in cui si sarebbe consumata la violenza: uno dei ventenni avrebbe abusato della 40enne sui sedili posteriori mentre gli altri due avrebbero assistito senza intervenire. Poi la presunta vittima è stata fatta scendere e – sempre secondo l’accusa – sarebbe stata anche colpita con calci e pugni. Uno degli arrestati sta frequentando un corso di preparazione al concorso per entrare dei carabinieri: tutti sono stati interrogati questa mattina dal gip del tribunale di Foggia, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per la loro identificazione è stata fondamentale la denuncia sporta dalla vittima. Nell’ordinanza che ha portato all’arresto dei tre foggiani il gip parla anche di “assunzioni di sostanze alcoliche”, che lascerebbe intendere come la presunta vittima non fosse in grado di esprimere consenso.

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