Una foto di Hitler nel Giorno della Memoria: l’ultimo delirio di Fabio Tuiach

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-29

Nel Giorno della Memoria il consigliere comunale triestino ex Lega e Forza Nuova noto per le sue posizioni anti-ebraiche e contro Liliana Segre ha postato sui social un ritratto di Adolf Hitler. Le leggi ci sono, è ora di applicarle

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Una foto di Hitler per “celebrare” il Giorno della Memoria. È l’ultima, agghiacciante, trovata di Fabio Tuiach, il pugile professionista prestato – purtroppo per noi – alla politica,  consigliere comunale di 41 anni a Trieste eletto con la Lega, passato a Forza Nuova e infine nel misto, con parentesi tra il mistico e il delirante tra la Legione straniera e Lourdes.

Erano le ore 22.02 del 27 gennaio quando Tuiach ha pensato bene di modificare la propria foto profilo sul suo account Vk, il social network russo diventato il punto di ritrovo di sovranisti, fascisti ed estremisti di tutto il mondo, sostituendola con uno scatto che ritrae Adolf Hitler attorniato da un gruppo di giovani donne sorridenti. Questa follia, salutata da 5 like, è solo l’ultima di una lunga serie di atti e dichiarazioni deliranti da parte di Tuiach, già in passato balzato agli onori – si fa per dire – della cronaca il 18 novembre 2019 per una sua frase pronunciata in Consiglio comunale durante il voto sul conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre:

“Da profondamente cattolico” aveva detto, si era sentito “offeso” dal fatto che Segre avesse ricordato che “Gesù era ebreo”.

Già in passato si era avventurato in dissertazioni religiose di un certo livello, come quando affermò: “Maometto? Era un pedofilo e noi non accetteremo mai questa cultura”. Ma basta scorrere la sua ricca pagina Wikipedia alla voce controversie per avere un quadro più preciso di chi stiamo parlando.

Ha sollevato polemiche la sua affermazione: “Maometto? Era un pedofilo e noi non accetteremo mai questa cultura”.[5]

Ha giustificato l’omicidio di Stefano Cucchi da parte delle forze dell’ordine con la motivazione che essendo lui spacciatore se lo sarebbe meritato.[6][7]

Nel gennaio 2019 propone una mozione per impedire il Gay pride a Trieste asserendo, senza prove, che «i Gay Pride in passato si sono macchiati di sconcerie ed atti osceni anche davanti ai bambini» richiedendo alla «diocesi di Trieste di organizzare, con tutti i cattolici, un rosario pubblico riparatore all’abominio del gay pride».[8]

Il 18 novembre 2019, durante una discussione del consiglio comunale di Trieste sul voto al conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, è intervenuto dicendo che si sarebbe astenuto perché «da profondamente cattolico» si era sentito «offeso» dal fatto che Segre avesse ricordato che Gesù era ebreo[9][10] e che fu ucciso dagli ebrei.

Ad aprile 2020, durante la Pandemia di COVID-19 del 2019-2021, ha proposto tramite un post su Facebook di multare le donne che si fossero rifiutate di fare sesso con i propri mariti[11], asserendo che una sana vita sessuale, unita al benessere spirituale, avrebbe aiutato a combattere lo stress da isolamento.

Nel gennaio 2020, al programma La Zanzara, ha associato l’atto omosessuale a un rito di iniziazione satanica, che seguirebbe a un “lavaggio del cervello” mediatico fin dai tempi dell’adolescenza. Secondo Tuiach, l’omosessualità non sarebbe né una malattia né una tendenza innata, ma deriverebbe da un condizionamento ambientale rispetto al quale «molte persone sono guarite, sono diventate normali e si sono sposate». La vita in castità sarebbe l’alternativa alle pene dell’Inferno, in ossequio al Medioevo, «apice della Cristianità» e modello di ispirazione per ogni cristiano.[12][13][14]

Nel 2017, aveva affermato che sovente i femminicidi, di regola all’interno di coppie eterosessuali sposate da anni, sarebbero un’«invenzione della sinistra», non suffragata dai numeri e alimentata dalla propaganda massonica pro-LGBT.[15][16] Successivamente, commentando a caldo l’omicidio di Pamela Mastropietro, asserì invece che ci sono molti immigrati che spacciano e «uccidono le donne».[17]

Questo è il ritratto politico-clinico dell’uomo che due giorni fa, mentre il mondo ricordava l’Olocausto e i crimini nazifascisti, caricava una foto di Hitler. Il tutto poche ore dopo della vergogna del saluto romano andato in scena nel Consiglio comunale di Cogoleto. Questo non è più da un pezzo diritto d’opinione. Questo è un reato. Ed è ora che la politica, i social netwok e l’opinione pubblica intervengano in modo durissimo. Le leggi ci sono, ma non basta citarle. È ora di cominciare ad applicarle.

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