Un incubo che potrebbe diventare presto realtà: Salvini ministro dell’Istruzione o della Cultura

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-13

All’interno della Lega ci sono voci contrastanti. L’ex numero uno del Viminale non potrà tornare al Ministero dell’Interno. E allora, dove piazzarlo?

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Il tour elettorale (e social) del leader della Lega prosegue lanciando anche diversi messaggi ai giovani. Dai racconti del “cosa faceva” quando decideva di bigiare la scuola, agli “appelli” su TikTok – prima della Maturità 2022 – rivolti ai docenti che avrebbero dovuto “lasciar godere” questo momento ai ragazzi anche chiudendo un occhio in caso di eventuali tentativi di “copiatura”. Insomma, la scuola è al centro dei suoi pensieri. E ora, all’interno del suo partito, c’è chi pensa che Salvini Ministro dell’Istruzione potrebbe essere la soluzione a un dilemma: dove “mandarlo” visto che il Viminale sembra andare in un’altra direzione? E se non fosse la Scuola, l’altra ipotesi è la Cultura.

Salvini Ministro dell’Istruzione (o della cultura), genesi di un incubo

A riportare dei rumorosi gorgoglii nelle pance della Lega è Carmelo Caruso sulle pagine de “Il Foglio”. Nell’articolo si fa riferimento a voci insistenti (e di rilievo) all’interno del Carroccio in vista del dopo voto del 25 settembre. Perché è noto, già da tempo, che il segretario in pectore non sia più apprezzatissimo all’interno delle varie anime del partito che guida ormai da anni. E, in vista del prossimo futuro, potrebbe arrivare anche un clamoroso ma pronosticabile ribaltone. In attesa di tutto ciò, però, c’è il prossimo governo che potrebbe essere trainato da Fratelli d’Italia con la Lega come una delle ruote del carro a sostegno di Giorgia Meloni.

Ma per il leader del Carroccio, con un passato al Viminale, le porte del Ministero dell’Interno – ruolo a cui ambiva all’inizio della campagna elettorale, ma con l’ipotesi che sembra essere scemata anche dal cambio di “trending topic” utilizzati nelle ultime settimane – sembrano essere chiuse. Ma si potrebbero aprire i portoni di altri dicasteri a sorpresa:

“All’Interno, oltre al nome del prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, si fanno quelli di Giuseppe Pecoraro e di Alfredo Mantovano, una personalità particolarmente gradita alla Meloni. Il nome di Salvini non c’è anche perché non è più apprezzato dai sindacati di polizia. Quella che si sta per dire non è una fantasia. Nel partito c’è chi confida, e confida con cognizione, che si ‘ragiona se mandare Salvini alla Cultura o all’Istruzione’”.

Insomma, ragionamenti in essere. Definizioni e strategie in fieri. In attesa del voto del 25 settembre. Con lo spauracchio di vedere Salvini Ministro dell’Istruzione. O della cultura.

(foto IPP/Mario Romano)

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