Fatti
Tutto il potere a Gabrielli e niente primarie a Roma
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-10-09
Il piano per la Capitale: tutto il potere in mano a un ex democristiano. Renzi fa sapere che deciderà lui per il candidato sindaco. Speriamo che si ricordi anche di andare a votarselo!
C’è chi dava tutto il potere ai soviet, c’è chi dà tutto il potere alla badante. Franco Gabrielli sarà il commissario Basettoni del governo Renzi per un mese in attesa che le dimissioni di Ignazio Marino divengano definitive. Il governo gli aveva comunque affidato deleghe pesanti: il Giubileo, il controllo della liceità degli atti amministrativi del Comune, ma per il prefetto fare la «badante» di un’amministrazione «claudicante», e comunque in difficoltà, significava comunque avere dei referenti, dei responsabili, degli assessori da chiamare; invece così si tratta di portare Roma — una macchina (amministrativa) ferma — al traguardo più importante e delicato.
Tutto il potere a Gabrielli e niente primarie a Roma
D’altro canto Franco Gabrielli sembra essere proprio l’uomo giusto per Renzi. Prima di lasciare la politica era infatti impegnato con una serie di figure che poi andranno ad animare la Margherita, da cui proviene anche il presidente del Consiglio, come racconta oggi Alessandro Capponi sul Corriere della Sera:
La missione è quasi da record: a fine ottobre Gabrielli nominerà il commissario del Campidoglio. E a quel punto, calendario alla mano, all’inizio dell’Anno Santo mancherà poco più di un mese. E una settimana all’inizio del processo di Mafia Capitale, il 5 novembre, con sfilata di politici di entrambi gli schieramenti e polemiche da campagna elettorale inevitabilmente già cominciata. La missione che attende Gabrielli adesso è questa. Il contatto con il presidente del Consiglio Matteo Renzi è costante, e non potrebbe essere altrimenti: i due si sono sentiti anche ieri, ed è fin troppo evidente che politicamente l’addio di Marino sposta il «peso» di Roma su quell’«ufficio territoriale del governo» rappresentato proprio dalla prefettura, da Gabrielli.
Ora, sia chiaro: Gabrielli, salvo sorprese, rimarrà il prefetto della città. Né commissario, né candidato sindaco del Pd, come pure — da mesi, praticamente dalla sua nomina a Roma — volevano i bene informati. Gabrielli ha lasciato la politica in gioventù — aveva cominciato con Dario Franceschini, Enrico Letta, Renzo Lusetti, solo per citarne alcuni — ma mollò tutto quando vinse il concorso per entrare in polizia: a palazzo Chigi le intenzioni di Gabrielli sono chiarissime, ed è noto che se avesse desiderato fare politica, e magari anche diventare sindaco, non gli sarebbe mancata l’occasione.
Sarà invece Gabrielli a nominare chi gestirà il commissariamento della città in attesa che il PD si riprenda dallo shock e per votare, a quanto pare, insieme alle altri grandi città a maggio.
I papabili per la candidatura nel PD
Goffredo De Marchis su Repubblica invece ci fa sapere che il premier Matteo Renzi è pronto a prendere in mano la situazione. E già da qualche settimana ha una lista di nomi pronti per il prossimo candidato. Non si passerà infatti dalle primarie perché «non ci sono le condizioni politiche per andare ai gazebo. Punto», come fa sapere un renziano. E allora fuori il nome della società civile capace di mascherare i problemi del PD e possibilmente senza contatti con Mafia Capitale, visto che a maggio, quando si andrà a votare, il processo sarà in pieno svolgimento e tra i politici sfileranno anche tanti volti non estranei (eufemismo) al PD della Capitale. Un nome ottimo sarebbe stato Franco Gabrielli che però non ha alcuna intenzione di ricandidarsi. E allora spazio a Roberto Giachetti, già incoronato persino da Mentana come prossimo candidato ideale del PD. Se anche lui dovesse rifiutare Renzi è pronto a proporre la candidatura a Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica, azienda che ha già d’altro canto regalato tanto lustro a questa città con donazioni prestigiose:
E se non sarà Moretti ecco Giovanni Malagò, attuale presidente del CONI che ha l’indubbio dono di averci regalato (e lasciato al suo posto) mister Optì Pobà. Alfio Marchini ha già incontrato Renzi in gran segreto grazie ai buoni uffici di Malagò, ma vorrebbe fare il candidato del centrodestra visto che ha buone chance di finire al ballottaggio. Mentre un altro nome politico spendibile sarebbe quello di Paolo Gentiloni, insieme ad Alfonso Sabella, Fabrizio Barca e Marianna Madia. In ogni caso l’ultima parola spetterà al padrone. Che ieri era a Modena e su Roma non ha dichiarato niente. La responsabilità politica? Meglio che se la prendano altri.