«Tria vuole lasciare il governo per andare in UE»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-19

I sospetti del MoVimento 5 Stelle dopo l’uscita del ministero dell’Economia sulla flat tax

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Ieri è stata una giornata piuttosto movimentata per il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Nei giorni scorsi ha lanciato nel governo il suo piano per far ripartire l’economia e toglierla dalle secche della recessione attraverso investimenti e tagli al costo del lavoro, mentre ieri ha dovuto difendere la Lega sulla proposta di flat tax per le famiglie sostenendo ufficialmente che la stima di costi per 60 miliardi di euro non è venuta dal suo ministero. Come se non bastasse, in serata i grillini lo hanno accusato di intelligenza con Salvini:

E allora si spiega la domenica dei denti serrati, con Salvini a invocare “la flat tax per le famiglie dei lavoratori dipendenti” e Di Maio a replicare stizzito, mentre fuori taccuino i suoi stillavano veleno: “Abbiamo lanciato bene il salario minimo, così la Lega ha dovuto trovare un modo per infastidirci”.

Perché funziona così, il corpo a corpo tra i due vicepremier, che ora stanno marcando le rispettive rotte. Ed è per questo che ora se le danno sui soldi: perché Di Maio predica proprio il salario minimo,anche per non farsi vampirizzare dal Pd più rosso di Zingaretti, e Salvini suona una nota opposta, giù le tasse più o meno a tutti. Però poi a fare i conti finali dovrebbe essere sempre Tria, che ha smentito l’esistenza di una simulazione del suo ministero anche per tirarsi fuori dalla battaglia,lui che il suo riferimento lo vede nel Quirinale.

Il motivo sarebbe l’ambizione di Tria, che come Savona, raccontano i grillini, vorrebbe mollare il ministero per andare a fare il commissario UE:

Ma non è tempo di figure neutrali. Così dal M5S lo strattonano, ribadendo che lo studio del Mef “esiste, eccome”. E mordono:“Il ministro ha voluto dare una mano alla Lega perché ha un legame con Giancarlo Giorgetti e pensa già al dopo Europee”. Tradotto, il sospetto è che Tria voglia essere nominato Commissario europeo, magari proprio agli Affari economici e monetari.

“E se la Lega prenderà più voti di noi, avrà ovviamente più voce in capitolo sulla nomina” ricordano. Cattivi pensieri, magari. Ma che confermano i pessimi rapporti tra il ministro e il M5S, che non si è mai fidato del professore amico di Renato Brunetta.

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