La storia della donna che lascia in eredità tre milioni di euro a Berlusconi

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-05-20

La storia è questa: una ottantottenne aquilana, deceduta 20 giorni fa, ha lasciato in eredità tutti i suoi beni, per un totale di tre milioni di euro, a Silvio Berlusconi. Da ieri circola perché è stata battuta da ANSA e AGI ed è stata resa nota dall’avvocato Andrea Ferrari con una nota: “Si era rivolta …

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La storia è questa: una ottantottenne aquilana, deceduta 20 giorni fa, ha lasciato in eredità tutti i suoi beni, per un totale di tre milioni di euro, a Silvio Berlusconi. Da ieri circola perché è stata battuta da ANSA e AGI ed è stata resa nota dall’avvocato Andrea Ferrari con una nota:

“Si era rivolta al nostro studio la signora Anna C., ex impiegata della Segreteria Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, originaria di L’Aquila, ma con ultima residenza a Palermo, per rappresentarci quanto segue. La donna, che è venuta a mancare circa venti giorni fa, nubile e senza figli, proprietaria di ben 3 immobili, diversi terreni e due conti correnti, ci aveva incaricato di predisporre un testamento olografo in favore dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il quale ha lavorato durante i vari mandati di quest’ultimo al governo.

tre milioni berlusconi 1

Più in particolare la stessa che era proprietaria di tre grosse unità immobiliari e di due conti correnti e che godeva di entrate pensionistiche quale ex impiegata dello Stato, aveva deciso  – per quando avrebbe cessato di vivere – che il suo patrimonio sarebbe dovuto essere devoluto interamente al Cavaliere in ragione della riconoscenza per gli anni di lavoro passati insieme”.

Per questo, lo studio aveva nominato come esecutore testamentario il dottor Antonio Conte per l’adempimento. Ma in realtà, come ha scoperto il Corriere della Sera – e come ha fatto finta di scoprire qualcun altro – si tratta di una bufala. Messa in giro dalla Fondazione Italiana Risparmiatori, che non è nuova a questo tipo di performance:

«Il sito web ufficiale della Fir», scriveva il Corriere giorni fa, «la presenta come «un’associazione di consumatori e utenti, liberamente costituita, autonoma, senza fini di lucro e a base democratica e partecipativa». Nei contatti, però, non ci sono né un numero fisso né nomi propri, solo un cellulare anonimo. A una ricerca più approfondita, si scopre che la Fir non è nel registro delle fondazioni lombarde, non ha codice fiscale né partita Iva; lo stesso sito web è stato registrato appena quattro mesi fa, nella Repubblica Ceca.

In compenso viene indicata la sede, davvero prestigiosa: via Tortona 37 a Milano, nel cuore del distretto della moda e del design, proprio dove in questi giorni è in scena il Salone del Mobile». E al numero di cellulare — lo stesso dell’avvocato Ferrari, quello della fantomatica 88enne dell’Aquila — chi risponde? Giorni fa, «Andrea Rossi, avvocato»: che aveva promesso di «spedirci via mail carta d’identità, atto fondativo e statuto della fondazione, riferimenti dei notai coinvolti: stiamo ancora aspettando».

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