FAQ
Boschi & C.: come potrebbero cambiare i ministri in un nuovo governo
neXtQuotidiano 05/01/2021
Gualtieri e Speranza sarebbero blindati e Di Maio, anche se si dovesse presentargli l’occasione di sostituire Luciana Lamorgese al Viminale, non vorrebbe lasciare la Farnesina. Oltre alla titolare del ministero dell’Interno ecco quali nomi sarebbero in bilico
Doveva arrivare la crisi governo, probabilmente arriverà il Conte Ter. Con alcuni cambi sostanziali al Recovery si apre ufficiosamente la trattativa nel governo per dar vita ad un Conte-ter o a un Conte-bis ampiamente “ristrutturato”. Trattativa che, per ora, resta imbrigliata nei veti incrociati e nelle tensioni non solo tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, ma anche tra le stesse forze di maggioranza. E la strada resta in salita. Se accordo sarà, il Conte-ter nascerà in maniera rapida, a cavallo tra l’Epifania e il 9 gennaio e con il via al Piano di Ripresa e Resilienza un Cdm tra il 7 e l’8 gennaio a cui seguirebbe subito il rimpasto. Quali potrebbero essere i ministri che lasciano il governo e quelli in arrivo? Repubblica conta gli scenari; Gualtieri e Speranza sarebbero blindati e Di Maio, anche se si dovesse presentargli l’occasione di sostituire Luciana Lamorgese al Viminale, non vorrebbe lasciare la Farnesina. Oltre alla titolare del ministero dell’Interno ecco quali nomi sarebbero in bilico:
le responsabili dei Trasporti Paola De Micheli (Pd), del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S) e dell’Innovazione Paola Pisano, entrata a suo tempo in una quota Casaleggio che adesso ben pochi dei governisti 5 stelle hanno voglia di proteggere. (Giurano invece, almeno per ora, di volerlo fare con la ministra della Scuola Lucia Azzolina). In alternativa a Di Maio, potrebbe passare al Viminale – lasciando il suo posto sempre a Renzi, Boschi o Rosato – il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha però passato un anno a costruire relazioni internazionali delicate. Tra i dem a rischio ci sarebbe il ministro per le Politiche europee Vincenzo Amendola, che potrebbe ripiegare su una candidatura a sindaco di Napoli (proposta giunta alle sue orecchie come a quelle del ministro dell’Università Gaetano Manfredi, altro “tecnico” in bilico, e allo stesso Costa). Ma davvero, c’è un problema di quote rosa, togliendo il Mit a De Micheli, unica donna dem del governo. Perché per entrare, stando alle ultime candidature, sono in fila soprattutto uomini: il consigliere Goffredo Bettini, uno degli ideologi dell’attuale alleanza; il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, che potrebbe tornare magari proprio ai Trasporti; il vicesegretrario Andrea Orlando, che invece lascerebbe volentieri la Giustizia, già amministrata, al capodelegazione M5S Alfonso Bonafede, considerato inamovibile dai suoi -seppur spesso sotto attacco – per ritagliarsi un posto a Palazzo Chigi, da sottosegretario alla presidenza o da vicepremier.