Il TFS dei lavoratori statali con quota 100

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-24

I lavoratori statali possono chiedere un finanziamento fino a 30 mila euro alle banche che aderiscono ad un apposito accordo-quadro

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I dipendenti pubblici che andranno in pensione con quota 100 riceveranno il Tfs, il trattamento di fine servizio, nel momento in cui avrebbero maturato il diritto con la legge Fornero, ma possono chiedere un finanziamento fino a 30 mila euro alle banche che aderiscono ad un apposito accordo-quadro. Il tasso di interesse applicato sarà definito nell’accordo quadro. E’ quanto si legge nella relazione tecnica dell’ultimo testo del decreto sul reddito di cittadinanza e pensioni.

Il TFS dei lavoratori statali con quota 100

Il costo totale del pacchetto pensioni e anticipo del Tfs/Tfr ai dipendenti pubblici ammonta a 4,5 miliardi (4,498 mld) nel 2019 che diventano 9,5 (9,498 mld) nel 2020 e 9 (9,078) nel 2021. E’ quanto si legge nella relazione tecnica dell’ultima versione del decretone reddito-pensioni approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri e non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. Nel dettaglio, quota 100 nel 2019 costa 3,79 miliardi, a cui si aggiungono 250 milioni di opzione donna e 98 milioni della proroga dell’Ape sociale. L’anticipo  del Tfr/Tfs agli statali vale 432,6 milioni. Nel primo anno si stima un numero di maggiori erogazioni di Tfr di 36mila soggetti.

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Una soluzione che mette in carico alla collettività (cioè a tutti noi) il prezzo di una norma di cui beneficiano soltanto i lavoratori statali che vanno in pensione, e che aveva anche il problema intrinseco di aumentare l’indebitamento dello Stato. Per questo il meccanismo è ulteriormente cambiato in extremis prima dell’approvazione definitiva del decreto legge su reddito di cittadinanza e quota 100.  La soluzione approvata dal Consiglio dei ministri prevede la possibilità di un anticipo parziale attraverso il meccanismo del prestito bancario (facendo leva su convenzioni tra la Pubblica Amministrazione e l’Abi) fino a una massimo di 30mila euro di Tfs. Ovvero molto meno rispetto a quanto spetta di diritto ai lavoratori statali. Ma le sorprese non finiscono qui: gli interessi da versare agli istituti di credito sono per il 95% a carico dello Stato ma per il 5% a carico del lavoratore.

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