Test sierologici: quanto manca e a chi potremo chiederli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-10

Il test sierologico può chiederlo il medico di base. E può anche somministrarlo. Coadiuvato, per estendere i controlli in maniera capillare, dalle strutture territoriali. Il punto vero sarà andare di palazzo in palazzo, di appartamento in appartamento. Saranno fondamentali informazione e prevenzione

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Il Corriere della Sera pubblica oggi una serie di domande e risposte sui test sierologici per il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Nel caso di SARS-COV-2 ,i test sierologici cercano due tipi di anticorpi: IgM, che si manifestano entro 7 giorni circa dalla comparsa dei sintomi, e IgG, prodotti dopo 14 giorni, la «memoria immunitaria» che ci protegge (ma non sappiamo ancora per quanto tempo). Il test sierologico a cui sta lavorando l’istituto Spallanzani di Roma è in corso di validazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità: i primi risultati verranno annunciati oggi, come spiega Pier Luigi Bartoletti, vicesegretario nazionale della Fimmg (la Federazione italiana dei medici generici) che in prima persona ha testato sui pazienti il nuovo esame.

Può essere ritenuto affidabile?
Già il fatto che si sia arrivati alla validazione è ritenuto un buon segno. Se le premesse non fossero state buone non si sarebbe andati avanti. Chi ha usato questo dispositivo portatile su oltre trecento pazienti in pochi giorni parla «di una sensibilità e di una praticità notevoli. Tutto quello che serve è una presa elettrica—spiega Bartoletti —. Non ci ha mai dato un problema, non si è mai rotto».

È in grado di distinguere tra negativi, positivi e chi ha sconfitto il virus?
Offre risposte ritenute attendibili su positività o negatività, tramite un valore numerico che indica gli anticorpi. Se le IgM sono elevate,l’infezione è presente. Se a essere alte sono invece le IgG, il contagio c’è stato ed è passato. Se poi entrambe le immunoglobuline rientrano nei giusti parametri allora le ipotesi possono essere diverse: o il paziente non si è mai ammalato, o si è negativizzato.

coronavirus dati regione
Coronavirus: i dati per regione (Corriere della Sera, 10 aprile 2020)

Il test prevede un prelievo o basta una goccia di sangue?
Basta una sola goccia, prelevata dalla punta di un dito, proprio come accade per l’autoesame della glicemia. Da qui parte una specifica procedura. «Il siero va miscelato con una sostanza che attiva il sistema di amplificazione. Poi va fatto “correre” su una spugnetta che si colora a seconda dei vari reagenti».

Quanto tempo occorre per i risultati?
Bastano otto minuti e il macchinario restituisce 50 risposte. Il tradizionale tampone impiega invece 8 ore. La differenza nella tempistica sta soprattutto nella modalità. L’esame orofaringeo prevede infatti un prelievo, l’inserimento in apposite provette e infine i tempi di lavorazione.

Infine, il test sierologico può chiederlo il medico di base. E può anche somministrarlo. Coadiuvato, per estendere i controlli in maniera capillare, dalle strutture territoriali. «Il punto vero sarà andare di palazzo in palazzo, di appartamento in appartamento —conclude Bartoletti —. Saranno fondamentali informazione e prevenzione. E andare a scovare i sommersi».

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