L’insensata protesta dei genitori degli studenti sospesi per aver deriso la supplente disabile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-13

L’episodio, avvenuto al liceo classico Saffo di Roseto degli Abruzzi, ha visto protagonista una supplente in sedia a rotelle. Il preside: Non c’è né collaborazione né comprensione da parte delle famiglie”.

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Derisa perché in sedia a rotelle da alcuni studenti del liceo classico Saffo di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo. È quanto accaduto ad una supplente con disabilità che, durante il suo primo giorno di lavoro, è stata vittima della cattiveria di una classe del quarto anno. Secondo quanto emerso dai racconti della stessa docente, i ragazzi, con la complicità di un alunno di un’altra sezione – presentatosi con il nome di Mario Rossi – avrebbero organizzato uno scherzo ai suoi danni e proprio per questo sarebbero stati sospesi.

L’insensata protesta dei genitori degli studenti sospesi per aver deriso la supplente disabile

Peccato, però, che la decisione presa dal preside della scuola sia stata fortemente criticata dai genitori degli allievi, che stanno protestando per via della sospensione dei figli. “Mi sarei aspettato collaborazione e comprensione da parte delle famiglie”, ha commentato il preside del Saffo in un’intervista a Il Messaggero. “Ma così non è stato”. Secondo quanto riportato proprio da Il Messaggero, l’episodio risalirebbe a fine febbraio ma sarebbe trapelato solo in questi giorni. I genitori dei ragazzi sospesi non credono alla parola della docente e sostengono che nulla di quanto raccontato sia in realtà accaduto.

“Ci sono due fatti gravissimi che mi hanno portato a prendere questa decisione”, ha raccontato il preside. “Uno, che gli studenti continuano a negare i fatti, anche se la presenza dell’estraneo siamo riusciti ad accertarla e tra l’altro nessuno di loro ha voluto svelare la sua identità. Quindi non sappiamo se si tratta di uno studente del Saffo o una persona, come sostengono alcuni giovani, che frequenta un’altra scuola ed è stata invitato dagli altri solo per commetter la bravata”.

Poi il preside ha proseguito sottolineando la gravità dell’accaduto: “Come seconda cosa non si sono resi conto della gravità del gesto. I ragazzi devono avere la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri, dal momento che quasi tutti loro tra qualche mese saranno maggiorenni”.

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