Ufficiale: il governo Lega-M5S adora il TAP

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-19

Dopo le proteste grilline si arriva a un accordo preciso: il gasdotto ha i secoli contati. Ci pensa Di Maio a spiegarlo a chi ha votato M5S in zona. Cosa può andare storto?

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Nonostante le agitazioni dei ministri Lezzi e Costa, il TAP sembra avere ormai i secoli contati. E non certo per la dichiarazione di Sergio Mattarella, che ieri durante la visita in Azerbaigian ha ribadito che l’opera è strategica e va completata, quanto per il fatto che quella dichiarazione del presidente della Repubblica è stata concordata con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il gasdotto si farà comunque. Non ci sono più margini per tirarsi indietro: pagheremmo penali gigantesche (almeno 8 miliardi) e invece di arrivare in Puglia la pipeline risalirebbe i Balcani. Col risultato che dovremmo acquistare in Austria lo stesso gas, a prezzi più salati.

tap governo lega-m5s
Southern Gas Corridor (La Stampa, 19 luglio 2018)

Resta solo un problema: come fregare adesso tutti quelli che hanno creduto alle promesse di smantellamento di un accordo che non poteva essere smantellato? Ugo Magri si pone oggi il problema sulla Stampa ricordando che Beppe Grillo partecipò alla marcia contro il gasdotto nel 2014 e le uscite della ministra per il Sud Barbara Lezzi:

Come spiegare l’inversione di rotta? Il titolare degli Esteri fa sapere che la questione ambientale è stata posta eccome: «Abbiamo chiesto con forza al consorzio costruttore di avviare un dialogo trasparente e reale con le popolazioni locali, in tutte le loro espressioni. Ci auguriamo che attraverso questo dialogo possa essere raggiunto un risultato positivo».

Magari non fino al punto da modificare il tracciato del tunnel sotto il Mare Adriatico, in modo che non sbocchi più sulle spiagge di Santa Foca, però con un maggiore ossequio all’autorità giudiziaria e più ascolto dei cittadini. Interfaccia del movimento di protesta sarà, precisa Moavero, il titolare dello Sviluppo economico, cioè Luigi Di Maio. In quanto capo politico, per i grillini sarà il massimo della garanzia. Spetterà a lui calmare gli animi e scongiurare altre tensioni intorno al cantiere di Melendugno.

Insomma, comanda Di Maio. Tutto a posto. O no?

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