La storia della bimba Rom in Francia: come seppellire l'umanità

di Carlo Cipiciani

Pubblicato il 2015-01-05

Maria Francesca aveva 70 giorni e viveva a Champlan, un comune a sud di Parigi. Ed è morta. La morte di un bambino è uno strazio che è fatica solo immaginare. Ma per Maria Francesca lo strazio è proseguito, perché per molti giorni non è stata neppure sepolta. Il motivo ufficiale: i suoi genitori non …

article-post

Maria Francesca aveva 70 giorni e viveva a Champlan, un comune a sud di Parigi. Ed è morta. La morte di un bambino è uno strazio che è fatica solo immaginare. Ma per Maria Francesca lo strazio è proseguito, perché per molti giorni non è stata neppure sepolta. Il motivo ufficiale: i suoi genitori non pagavano le tasse comunali. Ma il vero motivo, non facciamo gli ipocriti, era un altro: era una Rom.
bambini rom
Ora, avere i Rom in simpatia non è obbligatorio. Ma quando non si riesce a capire che dare sepoltura ad un essere umano non è solo un adempimento burocratico, e nemmeno un segno di civiltà, ma semplcemente di umanità, vuol dire che si è passato il livello di guardia. Non lo ha capito Christian Leclerc, indipendente di centro-destra eletto l’anno scorso sindaco di Champlan, e pazienza; per fortuna ci ha pensato un altro sindaco di un paese vicino.
Ma il fatto è che purtroppo non lo capisce un sacco di gente, e non solo in Francia. Ed è con queste storie – e molte altre storie di ordinaria disumanità che accadono quotidianamente in ogni dove, anche in Italia – che seppelliamo quel poco di umano che si ostina ad albergare nei cuori di ognuno di noi. Ma le storie aumentano, i problemi – complice anche una crisi rognosa che impoverendo i portafogli inaridisce i cuori – anche.
E chissà che verrà dopo; o, se preferite, what comes neXt.

Potrebbe interessarti anche