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Spotify craccato: come fa Spotify a bloccare gli utenti che usano le App crackate
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-03-08
Panico sui social dopo che Spotify ha iniziato a bloccare tutti gli account che utilizzano versioni modificate della App per aggirare i limiti imposti alla versione gratuita del software. Per fortuna non ci sono sanzioni in arrivo e tutti avranno la possibilità di tornare ad utilizzare Spotify Free dopo aver disinstallato le app non ufficiali
Spotify, la popolare App per lo streaming dei contenuti musicali, ha deciso di bloccare gli utenti che utilizzano la versione crackata (e quindi illegale) del software. Grazie a alla App piratata di Spotify era possibile usufruire gratuitamente delle opzioni riservate a chi paga l’abbonamento da 9,90 euro al mese Spotify Premium quali ad esempio la possibilità di skippare le tracce, l’assenza di pubblicità tra un brano e l’altro e la possibilità di ascoltare tutti i brani disponibili nella sterminata libreria musicale di Spotify.
Come ha fatto Spotify a scoprire gli account crackati
Come sempre accade con i software crackati non sempre chi ne fa uso lo fa perché il servizio “costa troppo”. Senza dubbio risparmiare dieci euro al mese è un bel vantaggio ma è indubbio che per molti ascoltare la musica senza pagare (o guardare film, o serie televisive) sia il modo “più naturale” di fruire di questi contenuti. Prima dell’avvento dello streaming il fenomeno aveva un altro volto: i cd e i dvd masterizzati. Ora la musica liquida rende ancora più semplice ascoltare musica senza pagare. Si potrebbe quasi azzardare che si tratta di un problema culturale, oppure di una fase “adolescenziale” superata la quale la pigrizia prende il sopravvento e ci si adegua a consumare film, musica e serie tv in maniera legale.
Per Spotify è stato semplice individuare gli account crackati: è bastato analizzare l’attività dell’account (che per la App era quello “Free”) e verificare se usufruiva delle caratteristiche degli account Premium. Se la risposta era affermativa l’utente – che era registrato a Spotify tramite la App crackata – ha ricevuto una mail nella quale viene invitato a disinstallare la versione “non autorizzata o modificata” di Spotify. Nessun ban dalla piattaforma, nessuna sanzione per aver rubato i contenuti. Almeno al primo avvertimento.
È sufficiente scaricare dagli app store di Google o di Apple la versione ufficiale per poter accedere nuovamente al proprio account. Ammesso e non concesso che chi usa la App modificata lo faccia utilizzando lo stesso account della App originale (non tutti sono così avveduti da avere due account differenti). Sostanzialmente Spotify dà la possibilità di “redimersi” e consente a tutti di utilizzare la versione Free. Poi chi vuole può sottoscrivere l’abbonamento “Family” che consente di condividere le spese (circa 15 euro al mese) tra cinque utenti purché risiedano tutti allo stesso indirizzo. Per gli studenti c’è invece l’opzione “Students” da cinque euro al mese.
Il panico su Twitter per il blocco di Spotify
La mossa di Spotify era stata annunciata dall’azienda che successivamente aveva chiesto a GitHub di rimuovere “Dogfood” e altre versioni non autorizzate della App che consentivano agli utenti di sbloccare alcune o tutte le features degli account Premium.
Come prevedibile il panico si è rapidamente impossessato degli utenti che utilizzavano la App modificata.
Con una buona dose di autoironia gli utenti devastati dalla decisione di Spotify si lamentano e si dolgono su Twitter. Il sistema utilizzato da Spotify Free è infatti parecchio frustrante per gli utenti ed è congegnato per spingerli verso la versione a pagamento. Ovviamente ci sono anche altre alternative, e non è certo obbligatorio usare Spotify per ascoltare la musica, ma “lo fanno tutti” ed è così che vanno le cose.
C’è chi ipotizza di utilizzare l’assegno per il reddito di cittadinanza per pagare l’abbonamento a Spotify e chi dà la colpa al “governo Di Maio” che ancora non si è insediato e già mette le mani nelle tasche degli ascoltatori.
Spotify si appresta nei prossimi giorni a sbarcare a Wall Street, forte dei suoi 159 milioni di utenti dei quali 71 milioni sono abbonati al servizio Premium.
Naturalmente quasi tutti coloro che usavano la App illegale sapevano che non stavano facendo la cosa “giusta” ma il loro era, per citare qualcuno, abusivismo di necessità.