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Spazio Democratico: ecco a voi i catto-renziani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-25

Matteo Richetti presenta la sua corrente, chiedendo di non chiamarla così

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Matteo Richetti come promotore dell’iniziativa, Graziano Delrio è il nome più altisonante, e poi Lorenzo Guerini, Angelo Rughetti, Valter Verini, Andrea Martella, Stella Bianchi, Gero Grassi, Tommaso Ginoble, Ernesto Preziosi e Giovanni Burtone: sono alcuni dei componenti di Spazio Democratico,i catto-renziani che stasera si troveranno per la prima volta a Montecitorio e per il 17-19 aprile hanno in programma un’assemblea in quel di Frascati. Lo stesso Richetti rifiuta i riferimenti confessionali, e a chi gli ricorda che proprio oggi Matteo Renzi ha chiesto più idee e meno correnti risponde schermendosi: «Quello che vogliamo fare è esattamente un confronto di idee, aperto davvero a tutti. Il contrario di una corrente. Non c’è nessuna tensione, il nostro è un contributo positivo: non facciamo tessere, siamo fuori da logiche correntizie».
 
SPAZIO DEMOCRATICO: ECCO A VOI I CATTO-RENZIANI
«La politica – si legge nel documento inviato ai 90 parlamentari – sta tornando ad interpretare i bisogni reali degli italiani, dopo una lunga separazione che ha indebolito la nostra democrazia e spinto milioni di cittadini alla sfiducia verso tutti i livelli delle istituzioni repubblicane. Protagonista di questo storico processo di ricomposizione tra popolo e democrazia è il Partito Democratico, che prima e meglio di altre forze politiche si è aperto senza timori alle richieste di rinnovamento che da anni venivano dal paese restando inascoltate. La leadership di Matteo Renzi  è il segno più chiaro di questa radicale apertura, all’insegna della ricostruzione della nazione dopo decenni di retorica del declino – tanto consolatoria quanto rinunciataria – e della capacità di offrire all’Italia un racconto del futuro più forte delle condanne ereditate dal passato. Nasce da qui la proposta di uno spazio politico aperto, rivolto a tutti gli iscritti del Partito Democratico e a tutti coloro che pensano ancora che la politica possa svolgere un ruolo determinante nella società e nelle istituzioni territoriali e nazionali, attraverso il quale alimentare l’impegno e la progettazione del futuro accanto allo sforzo quotidiano per il governo delle riforme e l’amministrazione locale. Un luogo che unisca competenze e passioni, al servizio di un PD sempre più capace di ridisegnare il volto dell’Italia attraverso la liberazione delle sue migliori energie. Uno strumento, infine, che tenga insieme l’ascolto dei bisogni e la profondità delle analisi in una visione di lunga prospettiva».
 
MATTEO RICHETTI: UNA CANDIDATURA SFORTUNATA
Di Richetti, renziano modenese della prima ora, si ricorda recentemente la sfortunata vicenda della sua candidatura alle primarie per la presidenza dell’Emilia Romagna, dalla quale si è ritirato dopo aver saputo di essere indagato nell’inchiesta sulle spese pazze in regione. «Renzi – dichiarò Richetti da Lucia Annunziata – mi ha detto che secondo lui era meglio che facessi altro, ma poi mi ha detto: ‘decidi tu’. Ma non c’era un dirigente del Pd che mi sosteneva: se uno fa il presidente della Regione, come fa a farlo con un partito in contrapposizione? Io non mi sono voluto mettere in quella situazione». Diplomato al liceo scientifico, è in aspettativa dal suo incarico presso la Direzione Generale della Provincia di Modena dove si occupava delle attività di Comunicazione pubblica e relazioni esterne. Da presidente dell’assemblea romagnola era finito sulla graticola per una storia sull’utilizzo delle auto blu. Nel dicembre dell’anno scorso era stato invitato dal partito modenese a pagare le sue quote d’iscrizione, che non venivano saldate dal 2013. All’epoca era l’unico parlamentare a non trovarsi in regola con i versamenti. Richetti fece però sapere di aver già pagato 10.000 euro negli ultimi tre mesi, a Roma. Intanto si fa la corrente. Per contare. E non ritrovarsi più solo, come in Emilia.

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