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“Sono i neri come te a portare il virus”: la ragazza costretta a scendere dal treno per due starnuti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-19

Sul regionale che viaggia da Prato a Firenze una studentessa italiana di origine brasiliana viene prima insultata con frasi razziste e poi un uomo, che secondo la ragazza era in divisa, la costringe a scendere. Perché aveva tossito

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Una ragazzina prende il treno per andare a scuola. Si trova sul regionale che è partito ieri alle 7,12 da Prato centrale e diretto a Firenze. Tossisce, magari si stava schiarendo la voce. E una donna, racconta la studentessa, l’avrebbe aggredita verbalmente con una frase razzista: “Se hai la tosse non devi prendere il treno! Sono i neri come te che ci portano il virus!”. La ragazzina, di origine brasiliana, è stata adottata ed ha la cittadinanza italiana. E il padre denuncia che qualcuno le avrebbe intimato di scendere dal treno.

“Sono i neri come te a portare il virus”: la ragazza costretta a scendere dal treno perché ha la tosse

La passeggera che ha umiliato la 19enne avrebbe poi, sempre secondo il racconto della ragazza, chiesto l’intervento di un addetto del treno che l’avrebbe costretta a scendere. Il padre, di cui Il Tirreno riporta il nome, Evaristo Ricci, ha scritto a Trenitalia per denunciare quello che sarebbe accaduto secondo il racconto della ragazza: “Il comportamento dell’addetto è inaccettabile, in quanto ha implicitamente cavalcato l’onda xenofoba e discriminatoria della passeggera che, se individuata, sarà oggetto di denuncia penale, e soprattutto ha deciso di allontanare una studentessa che si recava a scuola in base ad una mera discrezionalità, senza neanche preoccuparsi di misurarle la temperatura. E’ inaccettabile che in un paese democratico possano accadere fatti del genere”. La figlia indossava regolarmente la mascherina e si stava recando a Firenze dove frequenta il liceo di Scienze Sociali. L’uomo che alla studentessa è sembrato un addetto di Trenitalia le avrebbe chiesto il biglietto, che aveva, e alle 7.20 l’abrebbe costretta a scendere alla stazione di Sesto Fiorentino: “Mia figlia mi ha chiamato in lacrime – racconta Evaristo Ricci – e ora pretendo spiegazioni da Trenitalia e dalla Regione, che dovrebbe controllare il corretto svolgimento del servizio di trasporto pubblico. Questo tipo di discriminazioni le viviamo ogni giorno. Sono il primo a dire che gli extracomunitari dovrebbero rispettare le regole, ma questo tipo di cose non le possiamo accettare”. Trenitalia però ha risposto che su quel convoglio il capotreno era una donna. Comunque si stanno svolgendo accertamenti per capire se l’uomo in divisa fosse davvero un addetto del treno e su come si sarebbe spaventato. “Era in divisa e aveva un trolley” era stata la descrizione della ragazza. “Abbiamo appreso dalla stampa che una studentessa ha subito una gravissima discriminazione fondata sul colore della pelle, mascherata dalla scusa del Covid, sul treno regionale Prato-Firenze – si legge nella nota dei gruppi di maggioranza del comune di Prato, che annunciano un’interrogazione in merito – Atteggiamenti xenofobi di questa natura rischiano di tornare ad essere protagonisti della quotidianità. Come maggioranza esprimiamo solidarietà alla famiglia e allo stesso tempo condanniamo qualsiasi forma, comportamento ed espressione discriminatoria. Per questo, anticipiamo un’interrogazione in consiglio comunale per approfondire la questione e definire le responsabilità dell’accaduto”

 

 

 

 

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