Sondaggi seggi uninominali, la paura fa collegio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-08

Il PD ha pochissimi collegi sicuri in cui candidare i big, che potrebbero ripiegare sul listino proporzionale. I casi Gentiloni e Minniti

article-post

Il Corriere della Sera oggi pubblica questa infografica che riepiloga lo stato dell’arte di IPSOS sui collegi uninominali secondo i sondaggi di dicembre, dalla quale si evince l’estrema difficoltà con cui il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra dovranno approcciarsi alle elezioni politiche 2018. La legge elettorale con cui si voterà il 4 marzo, il Rosatellum, è un sistema misto: deputati e senatori sono eletti, per circa un terzo,in collegi uninominali (232 per la Camera e 116 per il Senato); il resto dei parlamentari è eletto su base proporzionale. È prevista una soglia di sbarramento al 3% per le liste, al 10% per le coalizioni. E nel PD si rendono ormai conto che sono pochissimi i collegi sicuri in cui potranno candidare i big del partito. C’è di più: in alcune situazioni, come nel Lazio, nessun collegio è sicuro – ce ne sono solo di “probabili” – e questo non potrà che mettere in difficoltà candidature come quella di Paolo Gentiloni, che così dovrà o correre in uno dei collegi uninominali in cui il PD è favorito (come quello del centro storico o Parioli-Trieste) o fare il capolista nel listino proporzionale, rinunciando però all’appeal del suo volto come sfidante nel seggio.
sondaggi seggi uninominali
Il caso Gentiloni è uno dei tanti. Spiega il quotidiano che Franceschini correrà a Ferrara, dove il No al referendum, considerato come la cartina di tornasole per il clima nell’uninominale, ha vinto con il 53,54 per cento (collegio dato come «probabile»). Minniti, se davvero correrà a Reggio Calabria, deve fare i conti col fatto che il No — sulla riva calabrese dello Stretto — ha sfiorato il 70 (collegio dato come «difficile»).

Potrebbe interessarti anche