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Sondaggi, il PD è il partito dei pensionati
neXtQuotidiano 22/03/2018
Rispetto al 2013 è in crescita la percentuale di votanti del Partito Democratico tra chi è nel ceto medio alto mentre sono in calo quelli nel ceto medio e nei ceti bassi; ad abbandonare il Partito Democratico sono operai, agricoltori, insegnanti e disoccupati
All’epoca delle primarie uno studio di Ilvo Diamanti certificava che il Partito Democratico aveva una “base” prevalentemente anziana, visto che il 42% dei votanti aveva 65 anni e oltre e un ulteriore 21% superava comunque i 55 anni. All’opposto, i giovani (fra 16 e 34 anni) erano una quota ridotta: il 15%. All’epoca sul piano professionale la componente più ampia era composta dai pensionati: oltre il 40%. Contavano meno, invece, i lavoratori dipendenti, pubblici e privati. In entrambi i casi, intorno al 15%. Oggi un’analisi di SWG conferma più o meno i risultati della ricerca di Diamanti ma con un campione diverso: non i partecipanti alle primarie che all’epoca incoronarono Matteo Renzi, ma direttamente i votanti alle elezioni del 4 marzo. Rispetto al 2013 è in crescita la percentuale di votanti del Partito Democratico tra chi è nel ceto medio alto mentre sono in calo quelli nel ceto medio e nei ceti bassi; ad abbandonare il Partito Democratico sono operai, agricoltori, insegnanti e disoccupati.
Al contrario, sono rimasti ad apprezzarlo soprattutto i pensionati, seguiti dai professionisti e dagli studenti. Se i dem si confermano il partito del ceto medio-alto, FI ha visto prosciugare la base elettorale in tutte le classi. La Lega conquista soprattutto artigiani e commercianti, il M5S insegnanti e agricoltori. Se ci fosse un ballottaggio tra Salvini e Di Maio per la scelta del premier, il 39% sceglierebbe il leader M5S e il 30% il segretario della Lega.
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