In Sicilia la vera dittatura sanitaria: trovare un ginecologo che pratica aborti è quasi impossibile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-19

In Sicilia solo 8 strutture in cui abortire, nel 2019 sono state effettuate meno interruzioni di gravidanza della sola Milano: la pratica è possibile vederla eseguita solo da un medico su sei

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In Sicilia eseguire una interruzione volontaria di gravidanza è difficilissimo, secondo quanto riportato da La Repubblica Palermo gli obiettori di coscienza sono di più solo in Molise e nella provincia autonoma di Bolzano.

Perché si possa abortire è necessario intervenire entro 90 giorni. Ma nel racconto di oggi sull’edizione palermitana del quotidiano, sono dettagliatamente riportati tutti i problemi che una donna deve affrontare. Il primo ostacolo è quello rappresentato dai siti istituzionali. Il portale del Ministero è di fatto scarno di indicazioni per quanto riguarda la regione del Presidente Musumeci.

In Sicilia la vera dittatura sanitaria: trovare un ginecologo che pratica aborti è quasi impossibile. Eppure la norma lo consente

Il punto è chiaro: in Italia esiste la legge 194, quella che dal 1978 regola le interruzioni volontarie di gravidanza in Italia. Il perché l’82,7 dei ginecologi siciliani impedisca alle donne di interrompere la gravidanza rimane un mistero. Si potrebbe, stavolta sì, parlare di dittatura sanitaria, imposta da una certa fetta di medici (circa la metà) ai danni di donne che avrebbero tutto il diritto di poter fare quello che la norma consente loro. Oltre che causa di un serio problema in termini di migrazione sanitaria interna al paese, per cui in tantissimi decidono di operarsi presso strutture private del nord Italia. Basta pensare che nel 2019 la Sicilia ha effettuato 5281 interruzioni di gravidanza, la sola città di Milano 5326.  Il problema non si ritrova solo nei ginecologi, di fatto coloro i quali devono materialmente effettuare l’interruzione di gravidanza. Anche tra gli anestesisti c’è un forte rigetto della pratica. Il 79,2% dei medici specializzati in Anestesia in Sicilia fanno un passo indietro davanti all’aborto.

Una condizione che danneggia tutti, dalla sanità territoriale fino alle donne vittime di questi veri e propri abusi di potere. La regione permette l’aborto solo in 8 strutture. Nella narrazione offerta dal quotidiano ci sono anche alcuni passaggi da far gelare il sangue: non solo le storie di tante donne costrette a delle esperienze terribili per interrompere la loro gravidanza, anche storie di medici bloccati nell’esercizio della professione dal resto dell’equipe. Contraria e dunque in grado di orientare o meno la linea sanitaria del reparto. “Io non sono obiettore ma tutto lo staff lo è, quindi non facciamo Ivg — racconta Giorgio a La Repubblica, ginecologo di una struttura nel messinese — sono una decina all’anno le donne che vengono per questo e cerco di aiutarle mettendole in contatto con colleghi altrove”

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