Lo sbarco dei 450 migranti a Pozzallo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-16

Alcuni casi di scabbia segnalati dal medico dell’hotspot. e operazioni erano cominciate alle 2 di notte, confermando così la tendenza del governo italiano a muoversi a tv spente

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È terminato alle 9 di stamattina lo sbarco dalle navi militari italiane dei 450 migranti che si trovavano sul barcone arrivato dalla Libia per il quale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva chiesto la solidarietà dell’Europa, ottenendo un ok da Malta, Francia, Germania, Portogallo e Spagna. Le operazioni erano cominciate alle 2 di notte, confermando così la tendenza del governo italiano a muoversi a tv spente.

Lo sbarco dei 450 migranti a Pozzallo

Nella giornata di domenica erano giù state sbarcate 43 donne, 14 minori più alcuni uomini per evitare di dividere le famiglie. Poi  è iniziato lo sbarco di 195 uomini dalla Nave Monte Sperone e di altri 183 dalla nave militare britannica Protector. Tutti i migranti “hanno toccato terra in cerca di un futuro migliore”, ha commentato il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, sottolineando che “con questo sbarco la consolidata capacita’ organizzativa” di Pozzallo “è stata messa a dura prova”. Il sindaco ha definito “una vittoria dell’Italia tutta e dell’Europa la decisione di fare sbarcare questi migranti” ma ha rinnovato la richiesta di un incontro urgente con il ministro Salvini per “evitare possibili errori che potrebbero compromettere un lavoro certosino che viene effettuato da anni avendo cura nei minimi dettagli”. Per l’Unhcr lo sbarco mette fine a “una sofferenza prolungata e ingiusta”: in un tweet di Unhcr Italia, il braccio italiano dell’agenzia dell’Onu per i rifugiati, si indicano le due costanti dello sbarco avvenuto nell’arco di due giorni: “1. Il sorriso che accoglie, sia del nostro team che di tutti gli altri operatori impegnati in turni diurni e notturni; 2. I corpi esili, i volti emaciati. Frutto di una sofferenza prolungata e ingiusta”.

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Foto da: UNHCR su Twitter

Khosrow Mansour Sohani, il medico dell’hotspot di Pozzallo che ha visitato i migranti, ha riferito di molti casi di scabbia, di donne denutrite e di molte persone disidratate. “Ho lavorato tutta la notte – dice il medico – perché nel centro sono arrivati i migranti a singhiozzo provenienti dalle due navi. Prima in tarda serata le donne e i bambini della nave Monte Sperone, poi gli uomini della Protector e infine gli uomini della nave della Gdf. Non c’è stato un attimo di pausa ma abbiamo affrontato bene l’emergenza”.

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