Matteo Salvini e i risparmi degli italiani da “mobilitare” con i buoni del tesoro patriottici

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-02

Il Capitano torna a parlare della sua ideona sugli italiani che potrebbero tirare fuori i soldi dal conto corrente per ricostruire l’Italia. Vediamo perché è di difficile, se non impossibile, attuazione

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«Preferisco emettere altri buoni del tesoro a condizioni fiscali vantaggiose. Questa è una scelta che il ministero dell’Economia può fare domani. Gli italiani hanno un risparmio depositato in banca superiore a 1500 miliardi di euro, lo tengono lì per paura, preoccupazione o cautela. Se agli italiani venisse chiesto di mobilitare volontariamente una parte di questo risparmio per ricostruire scuole, strade e ospedali di questo paese lo farebbero più velocemente dei fondi europei, nell’arco di quindici giorni»: Matteo Salvini nell’intervista rilasciata oggi ad Agorà torna sulla sua ideona dei buoni del tesoro solo per gli italiani. Non è la prima volta che il Capitano ne parla. Lo ha fatto la prima volta alla fine di maggio 2019, all’epoca in cui la Lega aveva appena vinto le elezioni europee in Italia e lui doveva trovare i soldi per mantenere tutte le mirabolanti promesse fatte durante la campagna elettorale, dalla flat tax per tutti alla sterilizzazione dell’aumento dell’IVA. Sappiamo tutti com’è andata a finire: Salvini poi ha fatto la crisi del Papeete, si è elegantemente defilato dalla lotta accusando il MoVimento 5 Stelle di essere il MoVimento 5 Stelle e si è comodamente accomodato all’opposizione, dove è facile spararle grosse perché nessuno pretende che tu metta in pratica quello che prometti. All’epoca diceva cose del tipo: «Chiedo semplicemente di usare in maniera diversa, con tempi e modi diversi la ricchezza italiana che c’è. La ricchezza italiana è ferma nei conti correnti e nel risparmio privato, facciamo usare, liberiamola».

chi ha in mano bot e btp
Chi ha in mano Bot e Btp (La Repubblica, 7 aprile 2020)

Il primo problema dell’ideona di Salvini è che è anacronistica. Qualche giorno fa Andrea Greco su Repubblica spiegava che da anni si riduce la quota di Bot e BTP in mano a imprese e famiglie (e quindi anche in mano alle imprese e alle famiglie italiane), passata dal 12,2% nel 2014 al 5,8% nel 2019 secondo le elaborazioni dell’ABI su dati di Bankitalia. Il debito nazionale, con una traiettoria avviata nella crisi finanziaria 2007, è uscito dalle tasche dei “Bot people” per entrare in quelle, meno spontanee, delle istituzioni finanziarie italiane e della Bce. E oggi chi altri compra Bot e BTP?

Unicredit stima che quasi metà dei detentori esteri di Btp siano «hedge fund, fondi pensione e assicurativi e altri gestori, con approccio molto dinamico e che per primi tendono a vendere quando il mercato si gira». Come nel 2018, quando nacque il primo governo Conte. Se il film si ripete, «la questione di chi comprerà il debito italiano sarà ancor più impellente, perché banche centrali e investitori nostrani dovrebbero farsi carico anche delle quote estere in vendita”, aggiunge Unicredit.

Le banche italiane, passate dal 22,4% al 26,5% in 12 anni, anche ora non mollano la presa, con piccoli arrotondamenti qua e là: tanto che il ministro Roberto Gualtieri, nel comitato esecutivo Abi del 18 marzo, ne ha lodato il sostegno. Al loro fianco, assicurazioni e altri intermediari italiani, ancor più saliti dal 2007 fino a un quasi il 20% del totale. La crisi dei debiti sovrani 2011 però ha già proposto i danni che la spirale debito pubblico-banche private può produrre, quando lo spread sovrano s’allarga. Varrebbe, più o meno per l’eroico risparmiatore patrio.

I buoni che Salvini vuole far comprare “volontariamente” agli italiani

Il motivo per il quale oggi le famiglie non comprano più di tanto le obbligazioni italiane è semplice: non rendono abbastanza rispetto ad altri prodotti disponibili sul mercato finanziario. E Salvini che vuole fare? Se per caso intende farglieli comprare “volontariamente” allora dovrà offrire un rendimento più alto. Altrimenti il piano fallirebbe prima di essere posto in atto. E allora ecco qui un primo problema del modello salviniano: non conviene rispetto ad altre possibilità di finanziamento offerte all’Italia, persino quelle più “spaventose” come il MES. E se davvero l’obiezione dovesse essere “Eh, ma l’1,2% va in tasca agli italiani” va segnalato che allora succederà questo: che le tasse degli italiani verranno usate per pagare gli interessi ad alcuni italiani. Più precisamente, i soldi dei più poveri verranno utilizzati per pagare gli interessi da corrispondere ai più ricchi, il che è un po’ come se arrivasse qui Robin Hood e facesse il contrario di quello che ha sempre fatto. E questo al netto del come Salvini intenda assicurarsi che il debito proposto sul mercato venga venduto soltanto ai cittadini italiani e di come vietare a questi ultimi di venderlo successivamente a chi vogliono.

salvini bot italiani

Altra cosa invece sarebbe se Salvini – ma questo lui non l’ha mai detto – avesse in mente di obbligare gli italiani (meglio: alcuni italiani) ad acquistare queste obbligazioni. In questo modo si tratterebbe di una patrimoniale mascherata. Ovvero di una versione appena appena più raffinata dell’Oro alla Patria! di mussoliniana memoria.

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