Salvini e Di Maio non mollano i dindi di Quota 100 e RdC

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-17

Giovanni Tria vorrebbe utilizzarli per chiudere il contenzioso con l’Europa sulla procedura d’infrazione secondo un piano segretissimo che stava scritto su tutti i giornali. Ma…

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Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno alcuna intenzione di mollare i dindi di Quota 100 e del reddito di cittadinanza, che invece Giovanni Tria vorrebbe utilizzare per chiudere il contenzioso con l’Europa sulla procedura d’infrazione secondo un piano segretissimo che stava scritto su tutti i giornali. Spiega oggi Il Messaggero:

Il Tesoro fa affidamento sia sulle maggiori entrate tributarie ed extra-tributarie già emerse nei primi mesi nell’anno, sia sui risparmi derivanti dal minor utilizzo delle due misure – simbolo della maggioranza giallo-verde, reddito di cittadinanza e Quota 100. Il primo aspetto è relativamente più semplice da gestire: degli oltre 5 miliardi in più attesi (tra maggiori dividendi di Bankitalia e società pubbliche e gettito Iva indotto dalla fatturazione elettronica) si prenderà atto nell’assestamento di bilancio che viene predisposto ogni anno di questi tempi. Si tratta di previsioni che non dipendono da specifiche norme di legge.

Più complicato definire la questione welfare. La tendenza ad un minor tiraggio delle due misure è evidente: sul fronte previdenziale le domande già accettate, proiettate su fine anno, danno già un numero di uscite minore del previsto e lo stesso vale per il reddito, con in più i risparmi sulla quota specifica destinata ai centri per l’impiego. In totale si potrebbe arrivare a 2,5 miliardi nel 2019, anche se la valutazione uscita finora dal Mef è più prudente e pari a circa la metà.

dotazione dei fondi quota 100 reddito di cittadinanza
La dotazione dei fondi su reddito di cittadinanza e quota 100 (Il Messaggero, 17 giugno 2019)

Ma qui sta il contenzioso:

A questo punto le opzioni sul tavolo sono sostanzialmente tre: la prima e più risolutiva, ma politicamente più ostica, consisterebbe nel fare una norma di legge che vada a ridurre in proporzione i due fondi. La seconda è una comunicazione alle Camere, alle quale segua una risoluzione parlamentare con l’impegno a destinare le minori spese alla riduzione del deficit. Se nemmeno questa ipotesi si rivelasse praticabile, allora al ministero dell’Economia non resterebbe che inviare a Bruxelles i monitoraggi mensili e quadrimestrali già effettuati dall’Inps sulle due misure, che però sono solo dei documenti tecnico-amministrativi. Anche di questo si parlerà martedì o mercoledì nel vertice del premier Conte con Tria e i due vicepremier Di Maio e Salvini.

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