Renzi vuole querelare una giornalista del Fatto, ma sbaglia e denuncia un’omonima. Condannato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-11

Ora dovrà risarcire immediatamente la cronista denunciata per errore versando 4.700 euro

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Qualcuno direbbe che siamo ai limiti del paradosso. Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio, oggi senatore, leader di Italia Viva e conferenziere in Arabia Saudita per principe ereditario Bin Salman, ha denunciato la persona sbagliata. Volendo querelare una giornalista del Fatto quotidiano (ovviamente insieme al direttore), ha fatto il nome errato. O meglio: il nome è giusto, ma è di un’omonima, giornalista anche lei. L’Ilaria Proietti che riceve la notifica non è quella che lavora con Marco Travaglio, ma un’altra, di un’altra testata. E ora Matteo Renzi è stato condannato a risarcire 4.700 euro a mo’ di risarcimento delle spese legali. Scrive Il Fatto quotidiano: 

È accaduto in una delle numerose azioni legali intentate contro di noi. Citazione civile nei confronti della società editoriale, del direttore e di tre giornalisti del Fatto. Tra i quali la nostra valida Ilaria Proietti, cronista del settore politico. Nata nel 1973 e non nel 1974 come l’omonima collega di altra testata che si è vista recapitare a casa la busta verde, gravido presagio di noie legali che tutti preferiremmo evitare. Immaginiamo la scena. Lo stupore.

Va aperta una parentesi. L’equivoco non ci sarebbe stato se la citazione fosse stata notificata soltanto alla sede del giornale (e sarebbe stata valida comunque). Renzi però preferisce far notificare ai domicili privati dei giornalisti. Così forse i loro vicini di casa possono assistere alle procedure di consegna della citazione legale.Parentesi chiusa. E chiuso anche il processo per l’Ilaria Proietti omonima: il giudice ha condannato Renzi a rimborsarle le spese legali sostenute, quantificate in 4.700 euro, da pagare subito.

La querela di Renzi, la risposta (assurda) dei suoi avvocati

Continua a scrivere Il Fatto quotidiano, raccontando di come abbia provato a difendersi il senatore di Scandicci:

Una bastonata alla quale i legali dell’ex premier hanno provato invano a sottrarlo con motivazioni davvero singolari: le Ilaria Proietti iscritte all’albo dei giornalisti sono quattro (vero), e quelle che lavorano al Fatto Quotidiano sono due (falso, ce n’è una sola). E allora? Anzi, secondo il giudice proprio le omonimie avrebbero dovuto indurre Renzi a verificare con scrupolo chi stava chiamando in causa. Se guarirà dalla querelite, farà più attenzione la prossima volta.

 

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