«Renzi? Mi ricorda Fanfani»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-14

Il potenziale rivoluzionario del premier visto da uno che se ne intende

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Il potenziale rivoluzionario di Matteo Renzi visto da uno che se ne intende: Carlo De Benedetti. In una lunghissima intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo, l’ingegnere editore di Repubblica fa sapere di essersi ricreduto nel giudizio, prima negativo, sul presidente del Consiglio, e sulla sua somiglianza a Berlusconi. Adesso dice che Renzi è un fuoriclasse.

«Sì: per quanto i due personaggi abbiano qualche punto di contatto, mi sono ricreduto.Renzi è un fuoriclasse. Per quattro motivi. Innanzitutto, è molto intelligente».
Berlusconi non è intelligente?
«Berlusconi è furbo».
E gli altri motivi?
«L’energia: non ne ho mai vista tanta in un politico. Forse si può fare un paragone con il Fanfani degli Anni ’50. L’empatia. Dicono che Renzi ricordi Craxi, per decisionismo e abilità politica; Craxi però era antipatico. E poi Renzi è una spugna. Di economia non sa molto; ma in un attimo assorbe tutto. È veloce e spregiudicato».
Eppure non ha portato il Paese fuori dalla recessione.
«Questa manovra non è risolutiva. Il vincolo del 3% è incompatibile con riforme vere. E le riformesenza soldi non si fanno. Il premier dovrebbefare come Schröder, quando ottenne disforare i parametri per tre anni. Oggi Renzi nonse la sente; ma sono certo che, quando avrà avviatole riforme, lo farà. Fino ad allora, l’Italia non uscirà da recessione e deflazione».

Ma la parte più divertente dell’intervista è quando De Benedetti rivela il suo clamoroso fiuto per gli affari:

«Ero a Cupertino con Elserino Piol. Erano le 7 di sera. Ero esausto per le riunioni e per il fuso. Piol mi dice di passare in un garage dove ci sono due capelloni con i jeans stracciati che lavorano a un mini-computer: erano Wozniak e Jobs. Steve mi propose di rilevare il 20% della sua società per 30 milioni di dollari. Me ne andai. Oggi quella quota varrebbe 100 miliardi. Ma quella partita non la persi solo io, l’ha persa l’industria europea che sulle nuove tecnologie ha rinunciato a un pezzo di futuro».

Foto copertina da Wikipedia

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