Iran, a Teheran la polizia rapisce un manifestante e spara alla fidanzata che stava filmando tutto | VIDEO

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-03

Le persone, soprattutto giovani studenti e donne, continuano a scendere in piazza per protestare contro il regime teocratico di Teheran, ma le sollevazioni vengono spesso e volentieri soffocate nel sangue dagli agenti

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Il caso di Mahsa Amini, la 22enne picchiata a morte dagli agenti della ‘polizia morale’ che l’avevano arrestata perché non indossava correttamente il velo, ha scosso l’Iran in un modo che forse pochi immaginavano. Nel Paese, le persone, soprattutto giovani studenti e donne, continuano a scendere in piazza per protestare contro il regime teocratico di Teheran, ma le sollevazioni vengono spesso e volentieri soffocate nel sangue dagli agenti. L’ultimo episodio repressivo risale a domenica scorsa, quando le forze di sicurezza iraniane si sono scontrate con gli studenti di un’importante università di Teheran e hanno arrestato diversi dissidenti.

All’interno delle immagini delle proteste diffuse sui social, si può osservare chiaramente il momento in cui uno dei manifestanti viene malmenato dagli agenti e portato via in moto. Sulla fidanzata, che era lì di fronte a lui e filmava la scena, è stato fatto fuoco senza pietà dall’agente in borghese che era sulla moto.

L’Ong Iran Human Rights: “Finora 133 persone uccise nel Paese”. Decine di arresti all’università Sherif per le proteste, gli studenti: “Ci sparano addosso”

Al momento non si conosce lo stato di salute della giovane su cui le forze di sicurezza hanno fatto fuoco. Quel che è certo è che non è la prima volta che gli agenti reagiscono in questo modo contro chi tenta di immortalare attraverso i video quanto sta accadendo. Secondo una dichiarazione rilasciata da Iran Human Rights, un gruppo che ha sede in Norvegia, al momento gli scontri hanno portato all’uccisione di “133 persone in tutto l’Iran”, di cui 40 morte per via degli episodi repressivi che hanno avuto luogo la settimana scorsa a Zahedan, capitale della provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan.

Tra l’altro, quella appena trascorsa è stata una notte da incubo per gli studenti della prestigiosa università Sharif di Teheran. Stando a quanto riportato da alcuni ragazzi sui social, le milizie hanno “circondato il campus e usato fucili per sparare contro gli studenti proiettili di gomma, arrestando almeno un centinaio di persone, tra studenti e docenti”. Molti giovani sono rimasti intrappolati all’interno dell’università, trasformata praticamente in una prigione. Sul posto è giunto pure il ministro della Scienza, della Ricerca e della Tecnologia Mohammad Ali Zolfigol, che avrebbe tentato una mediazione col rettore dell’ateneo.

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