Cultura e scienze
Prevedere il terremoto è possibile?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-10-10
Una ricerca del Politecnico di Zurigo permette di valutare se il primo movimento tellurico può essere seguito da altri ancora più grandi
Forse è possibile prevedere il terremoto, nel senso che è possibile valutare se alla prima scossa ne seguiranno altre più grandi. È la conclusione a cui è arrivata una ricerca del Politecnico di Zurigo che permette di valutare se il primo movimento tellurico può essere seguito da altri ancora più grandi. A parlarne è oggi La Stampa in un articolo a firma di Mario Tozzi.
Prevedere il terremoto è possibile?
Secondo l’articolo una ricercatrice italiana, Laura Giulia del Politecnico di Zurigo (insieme con il collega Stefan Wiemer), ha proposto un sistema “a semaforo” che permette di classificare in tempo reale le scosse di replica (aftershocks) e di valutare se la prima scossa, ritenuta fino a quel momento la principale, possa essere seguita da scosse ancora più grandi.
Esattamente quanto accaduto a Norcia, nell’ottobre 2016, con una scossa di magnitudo 6,5 Richter che ha seguito la prima scossa di magnitudo 6,0, ad Amatrice, nell’agosto dello stesso anno. Il tutto all’interno della medesima sequenza sismica. Proprio a partire dall’esame di quei terremoti (e della sequenza giapponese di Kunamoto) sono state analizzate 58 sequenze sismiche avvenute in tempi storici con scosse principali di magnitudo Richter superiore a 6, riconoscendo nel 95% dei casi se si fosse trattato della scossa principale o delle scosse di replica.
Un risultato straordinario che avvicina il sogno di ogni geologo di poter prevedere i sismi, non tralasciando altri parametri, come il livello dell’acqua nei pozzi, le composizioni e le quantità di gas emessi da fratture in comunicazione col sottosuolo (in particolare il radon) e le deformazioni millimetriche, ma costanti, delle rocce. Prevediamo eventi meteorologici violenti, alluvioni e eruzioni vulcaniche, tutti eventi “visibili”: a breve potrebbe toccare agli “invisibili” terremoti.
L’idea che i terremoti siano di fatto nascosti alle nostre indagini dirette e, soprattutto per questa ragione, non riusciamo a prevederli in nessuna parte del mondo, potrebbe essere superata dalla scienza.
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