Fatti
Il caso del poliziotto in maglietta che pesta un manifestante, spiegato | VIDEO
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-10-12
Nelle ore successive alle tensioni di sabato nella capitale, sui social era stato additato un alto dirigente della Polizia. Ma non era lui: ieri mattina, infatti, l’uomo ripreso dalle immagini si è presentato volontariamente in Questura
Le immagini delle violenze a Roma hanno fatto il giro del mondo. Perché oltre all’assalto alla sede della CGIL, anche il comportamento di alcuni agenti addetti alla sicurezza delle strade della capitale sono finiti nel mirino delle critiche e, ora, delle valutazioni sul loro comportamento. È il caso del poliziotto che ha pestato un manifestante, nonostante fosse stato immobilizzato a terra dai suoi colleghi.
The Italian police have been studying the Australian way for stopping COVID. pic.twitter.com/ljQoCgbrBb
— Aaron Ginn (@aginnt) October 9, 2021
Poliziotto che ha pestato il manifestante a Roma si è presentato in Questura
Questo filmato è stato condiviso migliaia di volte sui social, per denunciare quanto accaduto per le vie della capitale. L’uomo calvo e in maglia grigia scaglia, con violenza, una raffica di pugni contro un uomo a terra. Immagini che ora sono al vaglio della Questura di Roma e che, però, sono state oggetto anche di una clamorosa mistificazione sui social network. Dopo la diffusione di questo video, infatti, alcuni utenti hanno fatto “nome e cognome” di questo poliziotto in borghese, additando la persona sbagliata: un alto dirigente del commissariato Prati.
Una tesi smentita nel corso della ore successive a questa caccia all’uomo sui social: il dirigente indicato da alcuni utenti, infatti, non era nella capitale durante la manifestazione contro il Green Pass. E nella mattinata di ieri, come confermato da una nota ufficiale, quel poliziotto in borghese in maglia grigia si è presentato spontaneamente in Questura e ora “sarà segnalato all’Autorità Giudiziaria che ne valuterà l’operato”. Ma c’è anche di più: “Nella giornata ieri è circolato un post sui canali social che riconduceva tali condotte ad un dirigente della Polizia di Stato, il quale è invece risultato del tutto estraneo ai fatti. L’autore del post è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di diffamazione e calunnia”.