Pillon è “cresciuto con Battiato”. Ma non conosce neanche i titoli delle canzoni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-19

Triplo epic fail del senatore leghista. Che su Instagram omaggia il cantautore siciliano e i suoi capolavori, ma qualcosa va storto

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Triplo epic fail di Simone Pillon, il senatore leghista noto ai più per il grande fustigatore omofobo del Ddl Zan. Che, una volta tanto, abbandona la sua torquemadesca caccia alle streghe per gettarsi nella musica e, in particolare, nell’addio a Franco Battiato, ieri per distacco il trending topic di giornata. Riuscendo anche qui per farsi malissimo, con una serie di errori da matita blu per chiunque abbia anche una vaga conoscenza della discografia di Battiato.

“Sono cresciuto con le tue canzoni” scrive Pillon su Instagram sotto una foto del Maestro e cantautore siciliano. E comincia ad elencare: “da Voglio vederti ballare all’era del cinghiale bianco, da Paloma alla cura”.

E noi, soliti malpensanti, non abbiamo nessun motivo di credere che non sia vero, che cioè anche Pillon sia cresciuto ascoltando come milioni di italiani alcuni dei più grandi successi di Franco Battiato. Di sicuro non ne conosce manco per sbaglio i titoli. Dei quattro citati, Pillon riesce nella non semplice impresa di sbagliarne tre, circa il 75% del totale., come fa notare la pagina satirica “Abolizione del suffragio universale” su Facebook. Mica male per uno cresciuto con Battiato. Per i pochi che non lo sapessero, e a mero titolo di cronaca, infatti, “Voglio vederti ballare” era in realtà “Voglio vederti danzare”, Paloma era semplicemente il verso più evocativo di quella hit nota come Cuccurucucù, pezzo più celebre di quel capolavoro di album che risponde al nome de “La voce del padrone” (1981). E, per essere proprio fiscali, “La cura” si scriverebbe con l’articolo, ma qui entriamo in questioni lana caprina per uno che Battiato lo ha ascoltato con la stessa attenzione con cui ha letto il Ddl Zan.

Scherzi a parte, il nostro eroe prosegue il post omaggiando Battiato con queste parole:

“Mai scontato, sempre alla ricerca della perfezione. Ora la contempli. Addio Franco!”

Ecco, su questo siamo d’accordo. E, sfondoni a parte, va riconosciuto a Pillon di essere riuscito in un’impresa apparentemente impossibile: riuscire a completare un post oltre le tre righe senza inserire al suo interno qualche offesa omofoba, perla oscurantista o insulti all’intelligenza (la propria). Un passo alla volta, dai.

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