Fatti
Il piano di Berlusconi per vincere le elezioni
di Mario Neri
Pubblicato il 2017-08-08
Silvio prepara una grande coalizione con cespugli e rimasugli centristi e due diverse strategie per Camera e Senato con le attuali leggi elettorali. Salvini e Meloni faranno saltare il tavolo o ci si siederanno?
Bambini, la ricreazione è finita. Il piano che Silvio Berlusconi ha studiato nei minimi dettagli e che si prepara a lanciare dopo la pausa estiva punta a vincere le elezioni federando il centrodestra attorno a due sistemi diversi per Camera e Senato. E prevede, racconta oggi Carmelo Lopapa su Repubblica, una grande lista civica nazionale che vedrà tutti dentro, alla Camera: da Forza Italia alla Lega, da Fratelli d’Italia ai centristi che ci sono e quelli tornati a casa; al Senato invece debutterà una coalizione, una federazione di partiti di centrodestra, alleati ma divisi .
Il piano di Berlusconi per vincere le elezioni
Un piano che però potrebbe non avere un andamento così lineare come lo immagina il Cavaliere. Perché è evidente che prevede un accordo che ad oggi è giudicato impossibile dagli altri due maggiorenti del centodestra riunito, ovvero Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il primo ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di infilarsi in una grande ammucchiata che lo vedrebbe alleato con chi ha sostenuto i governi di centrosinistra.
E se ne capisce perfettamente il perché: in questi anni Salvini ha costruito una leadership a suo modo alternativa rispetto a quelle tradizionali della generazione precedente di politici di centrodestra. Una politica fatta di promesse e soluzioni alternative a quelle che potrebbe perseguire ingabbiato in una grande coalizione in cui bisogna trattare con i cespugli. Salvini rischierebbe di fare la fine di Bossi, spesso inguaiato nelle trattative e costretto a costruire una narrazione fatta da una Lega di lotta e una Lega di governo.
Il cantiere di centro
Dall’altra parte c’è Giorgia Meloni, più possibilista rispetto a Salvini ma anche lei spinta dai risultati a marcare distanza nei confronti degli ex traditori del centrodestra che non vuole per niente riaccogliere a braccia aperte. Ma Berlusconi per ora non sembra così preoccupato. Spiega Repubblica che i suoi delegati stanno lavorando al rientro nel recinto di Angelino Alfano, tramite la chiusura di un accordo sul voto in Sicilia. Stanno sovrintendendo all’operazione avviata dall’ex ministro Enrico Costa che a settembre tenterà di dar vita a un nuovo soggetto “civico” col coinvolgimento di altri moderati.
E poi ci sono i pezzi sparsi da riaggregare: Gaetano Quagliariello con la sua Idea che si è già federata con Forza Italia al Senato, l’Udc di Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione impegnato con Gianfranco Rotondi e la sua Rivoluzione cristiana alla nascita di una sigla che richiami il Ppe, da presentare in autonomia al Senato e invece in lista con Fi e gli altri alla Camera. E ancora, Flavio Tosi di Fare, col quale tiene una dialogo aperto l’avvocato veneto Niccolò Ghedini. Rientra nel progetto anche Stefano Parisi che gira l’Italia con Energie per l’Italia (ieri in Sicilia) e Raffaele Fitto, che va forte soprattutto in Puglia con Direzione Italia. Anche se l’eurodeputato leccese sta ancora valutando se accettare il corteggiamento del duo di destra Salvini-Meloni.
Insomma, il Grande Centro di cui il Cavaliere sarebbe l’azionista principale servirebbe a tenere a bada anche le ambizioni di Salvini e Meloni. Il rischio è correre da soli e finire condannati all’irrilevanza.