Disney: “Entro la fine del 2022 metà dei nostri personaggi sarà Lgbtq+”. E scoppia la polemica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-02

Negli Stati Uniti, l’annuncio ha portato i Conservatori a lanciare una vera e propria campagna di boicottaggio dei prodotti a marchio Disney.

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“Entro la fine del 2022 circa la metà dei personaggi dei nostri film sarà Lgbtq+”. Dopo l’introduzione di personaggi appartenenti a minoranze etniche, la Disney ha deciso di ampliare il proprio universo dando spazio anche alla comunità Lgbtq+, recentemente presa di mira dalla controversa legge da poco approvata in Florida, “Don’t Say Gay”, che vieta il dibattito sull’orientamento sessuale o identità di genere all’interno delle scuole pubbliche.

A dare l’annuncio di questa netta presa di posizione è stata Karey Burke, a capo della Disney’s General Entertainment Content, che con un collegamento Zoom per la campagna “Reimagine Tomorrow”, ha spiegato quali sono i motivi – anche personali – che hanno condotto l’azienda a prendere questa decisione.

Disney: “Entro la fine del 2022 metà dei nostri personaggi sarà Lgbtq+”. E scoppia la polemica

Parlo da madre di due bambini “queer”, uno transgender e l’altro pansessuale, oltre che da capo del dipartimento”, ha dichiarato Burke. “Sono rimasta costernata nell’apprendere che avevamo solo una manciata di personaggi Lgbtq+, non poteva essere vero. Oggi però ne abbiamo molti per le nostre storie, solo che ci mancavano le giuste linee narrative in cui potessero essere semplicemente dei personaggi, senza far obbligatoriamente riferimento a vicende di natura sessuale”.

L’annuncio di Disney ha però creato una vera e propria bufera sui social. Soprattutto negli Stati Uniti, i conservatori hanno dato vita ad una vera e propria campagna per boicottare la multinazionale statunitense. All’annuncio che entro la fine del 2022 il 50% dei contenuti e personaggi Disney saranno LGBTQ+, ha fatto sì che molte famiglie Conservatrici abbiano venduto le loro azioni, smesso di visitare i parchi a tema della compagnia e comprare prodotti con licenza Disney. Anche in Italia la questione sta alimentando il dibattito sui social, tra chi crede che si tratti di una svolta positiva e necessaria a chi invece appoggia la causa dei Conservatori.

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