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Quello che i renziani non dicono: ecco perché Italia Viva si è astenuta, nonostante Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-20

La scelta dell’astensione da parte di Italia Viva non è stato un gentile omaggio di Renzi al premier ma un compromesso per salvare il gruppo parlamentare

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Ieri Matteo Renzi è intervenuto al Senato iniziando il suo discorso con “Signor presidente, se lei parla di crisi incomprensibile, le spiego le ragioni che hanno portato la nostra esperienza al termine. Il suo non è il governo più bello del mondo: pensiamo ci sia bisogno di un governo più  forte, non pensiamo possa bastare la narrazione del “gli altri Paesi ci copiano”. Non è stata aperta ancora una crisi istituzionale perché lei non si è dimesso”. In tanti, in quel momento, hanno pensato che alle parole così dure contro il premier sarebbe seguito il No alla fiducia di Italia Viva. Non è andata così. Perché?

Perché Italia Viva si è astenuta nonostante il discorso di Renzi

Il leader di IV mentre guardava “negli occhi il Presidente del Consiglio” attaccava : “L’Italia è il Paese messo peggio al mondo sull’economia. L’Italia è il Paese al mondo con il peggior rapporto fra popolazione e decessi per Covid, occorre investire in sanità, farlo meglio e farlo adesso. Abbiamo il record negativo nella crisi educativa e scolastica: non se ne parla mai in modo compiuto, ma il dato di fatto e’ che l’Italia ha mandato i suoi ragazzi a scuola meno degli altri paesi in Europa. Questi tre record negativi sono macigni di cui lei non ha parlato, signor Presidente, nel suo discorso“. Eppure i senatori di IV, sotto l’indicazione del loro capo, si sono astenuti. Il motivo viene spiegato bene su oggi su Repubblica da Emanuele Lauria che racconta che nonostante i molti falchi che avrebbero voluto metterci la faccia dopo che Conte nel suo discorso alla Camera aveva spiegato senza mezzi termini di voler voltare pagina Renzi ha preferito ripiegare su un’astensione tattica per frenare le defezioni che si sarebbero potute creare nel gruppo parlamentare:

 L’ex premier ha comunque preferito evitare spaccature nel gruppo, o defezioni dell’ultima ora da sommare a quella di Riccardo Nencini, il socialista che ha dato il simbolo a Iv, e che in extremis ha votato sì, differenziandosi dai colleghi. E sul no non sarebbero mai andati Eugenio Comencini («L’astensione è l’unica posizione che ci consente di riannodare i fili del dialogo e del confronto coi nostri colleghi di maggioranza») e Leonardo Grimani: «Grazie all’astensione la posizione del gruppo è granitica». Affermazione, quest’ultima, suffragata dalla conta in aula. E i 16 senatori di Renzi (al netto di Nencini e con Marino assente per Covid) hanno fatto la differenza a favore di Conte. Se fosse passata la linea del no la partita sarebbe finita pari: 156 a 156. «Assurdo», commenta un senatore di Iv che avrebbe voluto fare cadere il premier.

“I nostri no, uniti a quelli del centrodestra impediranno a Conte di raggiungere anche la maggioranza relativa” spiegava qualche senatore.  L’incertezza però è durata il tempo della prima chiama, che Italia Viva ha saltato. Poi ci ha pensato Renzi a confermare l’astensione mentre scagliava strali contro il Presidente del Consiglio. Insomma Italia Viva è stata più dura a parole che nei fatti. E non per rispetto o generosità, ma per non perdere posizioni che sarebbero potute andare a favore del Premier. La tattica darà i suoi frutti anche nei prossimi giorni o qualche parlamentare di Italia Viva preferirà appoggiare la maggioranza?

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