La proposta del PD: il governo per le riforme

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-30

Al di là delle schermaglie con Di Maio, Renzi propone di riscrivere le regole in un anno per poi tornare al voto. E dalle sue parole si riconosce l’identikit del sistema elettorale e politico francese, che era già stato respinto con il giudizio della Corte Costituzionale sull’Italicum

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Matteo Renzi ha giocato la sua carta ieri sera da Fabio Fazio a Che tempo che fa: «La palla è nelle mani del M5S e della Lega. Se non sono capaci di mettere in pratica le mirabolanti promesse fatte, o torniamo a votare o riconosciamo che il sistema istituzionale italiano non funziona: facciano loro una proposta per fare una riforma istituzionale». E ancora: «Vogliono davvero far partire la Terza Repubblica? Siano capaci di fare una proposta per il paese». Un anno di attività parlamentare con il governo “di tutti” che deciderà il presidente della Repubblica per riformare il sistema elettorale allo scopo di dare una maggioranza certa anche in tempi di tripolarismo per non avere un parlamento appeso, propone Renzi.

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Dietro le polemiche con Di Maio quindi la proposta di Renzi è quella di riscrivere le regole in un anno per poi tornare al voto. E dalle sue parole si riconosce l’identikit del sistema elettorale e politico francese, che era già stato respinto con il giudizio della Corte Costituzionale sull’Italicum. Come tessere di un puzzle, spiega oggi Il Messaggero, la proposta di Renzi di riforma elettorale e costituzionale potrebbe saldarsi al governo che il Cavaliere vorrebbe far partire con Salvini alla presidenza del Consiglio e un’esplicita richiesta a Pd e M5S di astensione.

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Un governo di minoranza o della non sfiducia, come quello di Andreotti del‘76, che avrebbe un orizzonte limitato al completamento delle riforme e un programma un po’ più light rispetto a quello proposto dal centrodestra in campagna elettorale. Uno scenario che ha bisogno dell’apporto della Lega e, soprattutto di Salvini – o di un premier da lui scelto – che dovrebbe andare a palazzo Chigi e rinunciare alle elezioni a breve pur di prendersi un’altra quota del centrodestra.

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