Quando Paola Taverna se la prendeva con i privilegiati delle case popolari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-10

All’epoca di Affittopoli la senatrice grillina era in prima linea: «Si facciano atti concreti, punendo le persone che ne hanno goduto e i politici che hanno permesso tutto questo»

article-post

Ieri Paola Taverna è finita nei guai perché Repubblica ha raccontato il contenzioso aperto dalla madre con il Comune di Roma che vuole sfrattarla da un alloggio ATER avendo perso i requisiti per rimanerci. La senatrice ha risposto da par suo, ovvero che una suprema supercazzola allo scopo di cambiare discorso e spostare l’attenzione dai fatti raccontati dal giornale. Oggi Fabio Tonacci torna sulla vicenda ricordando cosa diceva la senatrice quando nei guai ci finivano gli altri:

La senatrice, ieri, ha voluto comunicare la sua versione nel solito modo “riparato”, e scevro da ogni tipo di contraddittorio, usuale ai leader 5 Stelle: un videomessaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook. «Mi domando, qual era la notizia che voleva dare Repubblica? Forse voleva dire che la mia famiglia è una famiglia povera?».

No, la notizia era l’esatto opposto: i dirigenti di Roma Capitale — dopo aver contato gli immobili di proprietà della famiglia Taverna (una casa in Sardegna di sei vani in località Serra e Mesu, e, a Roma, un fabbricato di 70 metri quadri, un altro piccolo locale di 28 mq e la casa di 4 vani a Torre Maura) — hanno ritenuto il reddito della signora superiore rispetto al limite previsto per accedere a canoni di affitto agevolati.

paola taverna madre alloggio popolare roma - 6
Il MoVimento 5 Stelle arriva addirittura a parlare di “bufala”

Eppure Paola Taverna, certi meccanismi, li conosce bene. Quando Roma fu travolta dallo scandalo Affittopoli, la pasionaria grillina divenne una furia. «Noi già avevamo denunciato questa situazione più di un anno fa — dichiarò il 3 febbraio 2016 in un’intervista a Radio Cusano Campus — sono 30 anni che va avanti così. Si è cercato di mantenere questi privilegi perché potevano essere strumentali a raccogliere voti e consensi. Bisogna fare un censimento che chiarisca chi ha diritto e chi, invece, sta godendo del privilegio (…). Si facciano atti concreti, punendo le persone che ne hanno goduto e i politici che hanno permesso tutto questo».

Dunque, nel caso odierno, la sindaca e compagna di partito Virginia Raggi sarebbe il politico “da punire”. Raggi che, ancora il 29 agosto 2017, parlava di «tolleranza zero verso nuove occupazioni», estendendo il concetto agli inquilini abusivi. E che, ora, deve decidere se mandare i vigili urbani a casa Taverna.

Leggi sull’argomento: UPB: il M5S ha trovato un altro Nemico del Popolo

Potrebbe interessarti anche