Il padre di Saman Abbas confessa l’omicidio in un audio: “L’ho fatto per il mio onore”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-23

L’uomo lo ha rivelato a un parente l’8 giugno 2021, quando ormai era fuggito in Pakistan e la telefonata è stata ora intercettata dai Carabinieri e messa agli atti

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Saman Abbas voleva allontanarsi dal nucleo familiare per partire verso la Francia assieme al suo fidanzato. Voleva scappare via dal matrimonio islamico combinato che era stato pensato per lei. Ma il 30 aprile 2021 è stata uccisa. E oggi, a quasi un anno e mezzo dalla scomparsa da Novellara, emergerebbe la verità da un’intercettazione dell’8 giugno 2021 riportata dall’Ansa: stando ad essa, ad uccidere la giovane di 18 anni è stato il padre Shabbar Abbas. L’uomo lo ha rivelato a un parente l’8 giugno 2021, quando ormai era fuggito in Pakistan. La telefonata in questione è stata intercettata dai Carabinieri ora messa agli atti del processo.

Le parole del padre di Saman Abbas intercettato: “L’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore”

“Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (…). Io ho lasciato mio figlio in Italia (il fratello minorenne di Saman ora affidato a una comunità protetta, ndr). Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno”, queste le parole di Shabbar Abbas al parente nella telefonata intercettata. Parente che, sentito dai carabinieri il 25 giugno di quell’anno, ha riferito che il padre di Saman lo aveva chiamato per intimargli di non parlare di lui. “Io sono già rovinato – le parole di Abbas nel racconto del parente – avete parlato di me in giro, non lascerò in pace la vostra famiglia”. E ancora: “Io sono già morto, l’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l’abbiamo uccisa”, senza fare nomi specifici, ma intendendo con ‘noi’, ha spiegato sempre il parente ai carabinieri, il contesto familiare.

In ogni caso, il 10 febbraio 2023 comincerà il processo a Reggio Emilia dei tre familiari di Saman arrestati all’estero (Francia e Spagna) nei mesi scorsi: si tratta dello zio Danish Hasnain e dei due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, oltre ai genitori della giovane, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, attualmente latitanti in Pakistan, dove si erano rifugiati da Milano pochi giorni dopo la scomparsa della figlia.

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