Padoan, MEB e l'affare Banca Etruria

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-18

Nell’audizione in commissione il ministro dell’Economia ha sostanzialmente confermato la versione di Renzi sul commissariamento di Banca Etruria, ma ha anche detto di non aver autorizzato “nessuno” – e quindi nemmeno Boschi e Delrio – a fare colloqui sul sistema bancario, rivendicando la competenza del ministero dell’Economia

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Oggi è cominciata la settimana più difficile per il Partito Democratico in commissione banche: a presentarsi al cospetto di Pierferdinando Casini (fa ridere ma è drammatico) è stato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, mentre tra domani e dopodomani parleranno l’ex a.d. di Unicredit Federico Ghizzoni e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. L’audizione del responsabile di via XX Settembre è bastata al senatore di Idea Andrea Augello per accusare Maria Elena Boschi di millantato credito.

Come è andata l’audizione di Padoan sulle banche

Questo perché Padoan, in risposta allo stesso Augello che gli chiedeva dei colloqui tenuti dalla Boschi e da Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria, ha risposto di non aver autorizzato nessun colloquio: “Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al Ministro delle finanze che d’abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio”. E quindi, secondo Augello, “Quanto detto oggi da Padoan pone la Boschi in una condizione di millantato credito, visto che agiva all’insaputa di chi aveva la delega. Questo, oltre che scorretto, era un’attività che rimaneva segreta. Padoan ha detto chiaramente che lui non l’aveva autorizzata”.
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Ovviamente l’accusa è prettamente politica e non ha alcun senso dal punto di vista giudiziario. L’audizione di Padoan è invece stata interessante per quanto il ministro ha detto a proposito di Banca Etruria. Padoan ha fatto sapere che il Fondo interbancario di tutela dei depositi stima che quando le pratiche saranno state tutte esaminate, verranno rimborsati circa 190 milioni di euro agli obbligazionisti delle quattro banche finite in risoluzione (Carife, Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria) su circa 340 milioni di valore delle obbligazioni distribuite ai risparmiatori: “Le obbligazioni oggetto della procedura forfettaria ammontano a più della metà del totale”, ha aggiunto il ministro.

Padoan e il governo che risolve Banca Etruria

Andando più nel merito, Padoan ha spiegato che il commissariamento della Banca Etruria è stato chiesto dalla Banca d’Italia, ma il governo ha voluto “recepire questa esigenza e condividere”. Il punto è importante perché fa parte della strategia difensiva del Partito Democratico sulle accuse di conflitto d’interessi su Banca Etruria, visto che le accuse dei detrattori sul punto si concentrano sul fatto che a risolvere Banca Etruria fu Visco e non Renzi. A domanda precisa sul punto Padoan ha detto: “Le discussioni a livello di governo sulle questioni relative a banche in situazioni di difficoltà avvenivano in modo molto continuo tra il presidente del Consiglio e me, poi ci sono state altre rare occasioni in cui queste cose venivano discusse in gruppi più ampi di governo ma essenzialmente la discussione sui casi bancari è stata tra il presidente del Consiglio e il sottoscritto”.
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Pur non nominando il caso specifico di Banca Etruria, Padoan sostanzialmente conferma la risposta data da Matteo Renzi alla Stampa qualche tempo fa in risposta a un retroscena firmato da Marcello Sorgi nel quale si faceva sapere che in Bankitalia si considerava come data d’inizio delle ostilità tra via Nazionale e Palazzo Chigi il momento in cui Ignazio Visco affidò a via XX Settembre il dossier Banca Etruria senza farne parola con l’allora presidente del Consiglio.

Padoan e Maria Elena Boschi

Rispondendo a una domanda di Carlo Sibilia (M5S), Padoan ha precisato di aver incontrato Federico Ghizzoni “moltissime volte”. E quanto agli argomenti trattati nei loro incontri, Sibilia gli ha chiesto se avessero parlato in particolare di Banca Etruria: “Soprattutto quando era a capo della seconda banca italiana – ha risposto Padoan – abbiamo parlato di tante cose, compresi gli scenari globali. Non abbiamo mai parlato specificatamente della banca specifica a cui si riferisce”. La risposta è importante perché va confrontata con quella data da Maria Elena Boschi nell’intervista rilasciata al Messaggero: “Più volte ho incontrato Ghizzoni per il mio ruolo istituzionale, nel caso di specie perché da lui invitata a un appuntamento Unicredit a Milano. L`ho poi visto più volte a Roma. Con Ghizzoni abbiamo parlato del sistema bancario, non solo di Banca Etruria o Unicredit. Non ho mai fatto pressioni perché Unicredit comprasse Banca Etruria, né avrebbe potuto accettarle un Amministratore delegato di una importante banca quotata. I nostri rapporti sono sempre stati corretti. E per quello che ne so il rapporto di Ghizzoni con altri membri del governo era altrettanto corretto come ha dimostrato la vicenda di Atlante seguita direttamente dal premier Renzi e dal ministro Padoan con Ghizzoni e non solo con lui. Quanto a De Bortoli, c’è un procedimento aperto, ci vedremo in Tribunale”.

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Pagina 209 del libro di Ferruccio De Bortoli “Poteri forti (o quasi)”

Quindi Padoan sostiene di non aver mai parlato di Banca Etruria con Ghizzoni mentre Maria Elena Boschi dice di averci parlato sia di Banca Etruria che del resto del sistema bancario. La risposta è importante anche perché Padoan ha anche fatto sapere che degli incontri di Maria Elena Boschi sul tema banche ha saputo dai giornali. Ovviamente queste frasi getteranno altra benzina sul fuoco della campagna elettorale, con la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio che dovrà mettersi di nuovo sulla difensiva.

Le responsabilità di Bankitalia sulle banche venete

Padoan non ha nemmeno negato una responsabilità di Bankitalia nel caso delle banche venete:  “Ci sono casi sotto gli occhi tutti, per esempio nelle banche venete dove i fenomeni non sono spiegabili solo con gravità della crisi e il cambiamento delle regole”, ha esordito, specificando comunque che senza i margini di flessibilità ottenuti in Europa sulla gestione delle crisi bancarie, “non sarebbe stata possibile la ricapitalizzazione di Mps o la gestione della crisi delle banche venete. Saremmo dovuti passare per soluzioni più dolorose come le liquidazioni, con ricadute su imprese, risparmiatori e famiglie”. La decisione di confermare Ignazio Visco alla guida di Bankitalia, invece, secondo il ministro “è stata per dare una continuità istituzionale. Si è voluto dare un segnale di stabilità ai mercati, pur riconoscendo specifici casi in cui la Vigilanza poteva fare meglio in un contesto di fragilità dell’economia e di cambiamento del sistema”.

maria elena boschi giuseppe vegas
La prima pagina del Fatto Quotidiano su MEB e Vegas

Padoan ha quindi confermato la versione di Renzi su Banca Etruria, anche se il racconto non intacca la versione di Bankitalia perché riguardava l’informazione (non) fornita da Visco a Renzi e non quella da Padoan a Renzi; non ha però fornito appigli alla versione della sottosegretaria sul suo ruolo che l’ha impegnata nelle discussioni riguardo gli istituti di credito in difficoltà. Nei prossimi giorni, con Visco e Ghizzoni, le cose si faranno ancora più movimentate.

Leggi sull’argomento: Tutta la storia del caso Boschi-Vegas

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