Economia
60 miliardi di opere pubbliche a rischio M5S
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-07-28
I costi delle opere che oggi sono a rischio e il prezzo da pagare per una loro eventuale rinuncia alla faccia di Tria
Il ministro Tria si sgola ad ogni audizione per spiegare che la crescita in Italia riparte con gli investimenti pubblici. La parte più consistente della sua maggioranza intanto si dedica nottetempo a smontare le opere pubbliche. Il Sole 24 Ore oggi riepiloga in un’infografica i costi delle opere che oggi sono a rischio e il prezzo da pagare per una loro eventuale rinuncia. L’infrastruttura più costosa, però, non è tecnicamente a rischio perché si è già capito che al netto degli asciugamani della ministra Lezzi il TAP si farà, mentre per la TAV il MoVimento 5 Stelle è alla ricerca di un’improbabile modifica del piano dell’opera per cercare di fare felici sia i No-TAV che gli investitori e gli industriali. Per il resto è tutto aperto: l’ILVA per la quale si punta a un programma di riconversione basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti, il Terzo Valico che è nemico pubblico numero uno dei 5 Stelle, la Brescia-Padova e l’aeroporto di Firenze.
Sarà interessante capire adesso che tipo di posizione prenderà la Lega di fronte alla furia iconoclasta del MoVimento 5 Stelle: la maggior parte delle opere in discussione si deve edificare al nord, gli industriali e i costruttori che hanno votato Carroccio per molti anni sono già sul piede di guerra. Il rischio è di aprire un caso che non si richiuderà più.