Tutte le ipotesi per il movente dell’omicidio di Chiara Ugolini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-07

Chiara Ugolini aveva difeso la moglie del suo assassino e lui sapeva i suoi orari di lavoro. Vendetta o violenza sessuale queste le indicazioni al vaglio degli inquirenti

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La vita di Chiara Ugolini è si è spenta per via della follia di un uomo, una storia che purtroppo non ha nulla di nuovo. Una dinamica nuova per una fine ascoltata fin troppe volte. 

Ora all’attenzione degli inquirenti c’è il tentativo di capire quali siano state le folli ragioni per cui Emanuele Impellizzeri ha compiuto un gesto così, su una persona che conosceva appena. Dieci anni più piccola di lui e pronta ad affrontare un’intera vita davanti a se.

Tutte le ipotesi per il movente dell’omicidio di Chiara Ugolini. Cosa ha scatenato il suo assassino

Sono tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti. E a sentirle, ognuna fa stringere le mani per la rabbia. Al momento l’assassino non ha parlato sostanzialmente di nulla, dopo l’arresto e la confessione si è chiuso nel mutismo totale. Le ipotesi sono quelle di furto, sebbene risulterebbe quantomeno strano che il tentativo di effrazione avvenisse alle 14. Le altre ipotesi riconducono alla violenza sessuale o alla vendetta.

Escludendo al momento il furto che accerteranno gli inquirenti, la ragione più probabile sembrerebbe il tentativo di stupro. L’uomo conosceva bene gli orari della coppia sua vicina di casa, Chiara Ugolini infatti da qualche tempo viveva in compagnia del suo fidanzato. La ragazza tornata a casa di domenica dal lavoro sarebbe rimasta sola fino a sera, quando dopo il turno del pomeriggio era solita rincasare con il fidanzato. L’uomo sapeva dunque che avrebbe potuto agire indisturbato, al contrario della dinamica di furto che invece avrebbe potuto realizzare sempre meno che in quel momento.

Ipotesi al vaglio degli inquirenti è anche quella della vendetta, meno probabile per la dinamica dei fatti. Certo è che Ugolini era intervenuta qualche sera prima in difesa della moglie del suo assassino. I due stavano litigando in maniera molto accesa e davanti a tutti, la vittima aveva così deciso di intervenire in difesa della donna per placare gli animi. Ora gli investigatori stanno studiando tutte le carte per capire cosa abbia portato un 38enne appena uscito di galera dopo aver scontato la condanna per due rapine, a rientrarci con l’accusa di omicidio volontario.

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